27 mar 2015

dote scuola della regione lombardia 2015 / 2016

La Dote Scuola è un contributo erogato dalla Regione Lombardia, sotto forma di voucher, spendibile presso  esercizi convenzionati e scuole accreditate, rivolto agli studenti residenti nella Regione Lombardia. 
Le richieste per il contributo Dote Scuola 2015/2016 si possono presentare da giovedì 26 marzo alle ore 12.00 fino a venerdì 5 giugno 2015 alle ore 17.00 per le seguenti componenti:

  1. "Contributo per l’acquisto di libri di testo e/o dotazioni tecnologiche” finalizzata a sostenere la spesa delle famiglie con ISEE inferiore o uguale a 15.494,00 euro esclusivamente per l’acquisto dei libri di testo e/o dotazioni tecnologiche per gli studenti frequentanti i percorsi di istruzione e di Istruzione e formazione professionale fino al compimento dell’obbligo scolastico (classi I, II e III delle scuole secondarie di primo grado e classi I e II delle scuole secondarie di secondo grado e dei percorsi di istruzione e formazione professionale)
  2. “Buono Scuola” finalizzato a sostenere gli studenti che frequentano una scuola paritaria o statale che prevede una retta di iscrizione e frequenza per gli studenti che frequentano percorsi di istruzione (famiglie con ISEE inferiore o uguale a 38.000,00 euro)
  3. “Disabilità” destinata agli alunni disabili che frequentano precorsi di istruzione in scuole paritarie. Le modalità e le tempistiche per la presentazione delle domande verranno disciplinate con apposito e successivo provvedimento.
  4. "Merito" rappresenta un riconoscimento per gli studenti con i risultati più brillanti che hanno concluso nell'anno scolastico 2014/2015 le classi III, IV e V delle scuole secondarie di secondo grado e le classi III e IV dei percorsi di Istruzione e formazione professionale. Le modalità e le tempistiche per la presentazione delle domande verranno disciplinate con apposito e successivo provvedimento.
La compilazione, l’inoltro e la gestione delle domande avvengono esclusivamente in via informatica sul sito http://www.scuola.dote.regione.lombardia.it
La domanda può essere compilata e presentata anche presso il Comune di residenza o la Scuola paritaria dove lo studente si iscrive, i quali garantiscono supporto informativo ed assistenza.
La modulistica da utilizzare è reperibile on-line all’indirizzo
http://www.scuola.dote.regione.lombardia.it unitamente alla Guida per la compilazione on-line.
Per informazioni sulla Dote Scuola
  • chiamare il call center Dote Scuola della Regione Lombardia al numero 800.318.318 (numero verde gratuito) attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 18.00
  • inviare una mail all'indirizzo di posta elettronica: dotescuola@regione.lombardia.it

26 mar 2015

comune di milano: estate bambini 2015 nei centri estivi e case vacanza

Anche per l’estate 2015, dopo la chiusura delle scuole, le famiglie potranno usufruire dei tradizionali servizi che il Comune di Milano propone quale aiuto nella gestione quotidiana dei figli durante il periodo delle vacanze scolastiche: i Centri Estivi e i soggiorni presso le Case Vacanza. 
Le prenotazioni si effettuano on-line al seguente link [clicca qui].

Il termine per le prenotazioni è stato prorogato a giovedì 16 aprile 2015

Prima di procedere alla prenotazione on line l'amministrazione consiglia di leggere attentamente il Comunicato Estate 2015 – Milano Amica dei Bambini [clicca qui]

Per l'elenco dei Centri Estivi [clicca qui]
Per informazioni sulle case vacanza [clicca qui]

Le risposte del Comune di Milano alle domande poste più frequentemente:
- Centri Estivi [clicca qui]
- Case Vacanza [clicca qui]

Il sito del Comune di Milano rappresenta la fonte ufficiale dalla quale attingere tutte le informazioni relative ai servizi estivi: http://www.comune.milano.it/estatebambini2015

io sono milanese, io sono italiano

Il Sindaco di Milano e gli assessori alle Politiche sociali e all'Educazione e Istruzione hanno consegnato a 110 bambini nati in Italia da genitori stranieri l'attestato di cittadinanza italiana. La cerimonia si è svolta giovedì 26 marzo 2015 presso l'Istituto Comprensivo Statale "Maffucci" di Milano (zona Bovisa), alla presenza del dirigente scolastico Laura Barbirato. L' iniziativa fa parte del Festival RiGenerazioni promosso dal Comune di Milano.
«Io sono milanese, io sono italiano» (italiana nella versione al femminile) si legge sull’attestato consegnato ai bambini.
Si è trattato naturalmente di un gesto simbolico. La campagna è stata adottata come iniziativa politica per chiedere una riforma delle norme che regolano l'acquisizione della cittadinanza italiana.
La legislazione vigente prevede infatti che la cittadinanza si ottiene per ius sanguinis o, se si è nati in Italia da genitori stranieri, al diciottesimo anno, per scelta, dopo aver dimostrato la residenza ininterrotta con opportuna documentazione e il versamento di 200 euro tramite bollettino postale intestato al Ministero dell'Interno.
Con i risultano che decine di migliaia di ragazzi, nati in Italia, che nel nostro paese vivono studiano e crescono, risultano “stranieri” per le istituzioni. Da più parti in questi anni si chiede al Parlamento di intervenire per dare a questi ragazzi gli stessi diritti di chi è nato italiano.
Nel 2014 i minori a Milano erano 208 mila di cui tre quarti italiani (156 mila) e un quarto stranieri (52 mila). Tra gli stranieri il 74% sono nati in Italia (38 mila).
Secondo i dati dell'Anagrafe cittadina nel 2014 sono state 589 le pratiche per l'ottenimento della cittadinanza da diciottenni nati in Italia, residenti a Milano, figli di genitori stranieri, a fronte di 585 aventi diritto (il numero è superiore perché alcune pratiche del 2014 sono riferite a ragazzi divenuti maggiorenni nel 2013: la legge, infatti, concede 12 mesi per avviare la procedura e, a seconda del mese, alcuni neo maggiorenni lo fanno a cavallo tra un anno e l'altro).
Negli ultimi anni l'amministrazione comunale milanese ha avviato una serie di iniziative per accompagnare i ragazzi nel conseguimento della cittadinanza: l'invio di lettere informative a tutti gli aventi diritto, l'apertura del laboratorio G.Lab all' Informagiovani in via Dogana [clicca qui] cui si è aggiunto lo sportello "Milano sono anch'io" [clicca qui] aperto alla Casa dei Diritti [clicca qui] nonché l'impegno del Comune nel facilitare, anche attraverso l'applicazione delle norme contenute nel "Decreto del Fare" del 2013 [clicca qui], le operazioni di istruttoria della richiesta di cittadinanza.

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25 mar 2015

per la scuola l’orizzonte sono le unità di apprendimento (di andrea capocci)

Formazione. Le scuole primarie tra innovazione della didattica e tagli di bilancio. La proposta finlandese di abolire l’insegnamento in base alle materie disciplinari riapre la discussione sullo stato dell’arte della situazione della scuola italiana (Andrea Capocci, il manifesto, 25.3.2015)

Basta con le mate­rie. Non si andrà più a lezione di mate­ma­tica, sto­ria, inglese e così via. Si stu­dierà per argo­menti inter­di­sci­pli­nari come «Il tempo in Europa», in cui le lingue stra­niere e la geo­gra­fia si impa­rano nella stessa ora.
Dove suc­ce­derà? In Fin­lan­dia, la «solita» Fin­lan­dia. Ormai nelle scuola la chia­mano così. Per­ché ogni volta che si discute di come miglio­rare le nostre scuole, c’è sem­pre qualcuno che cita il paese di Babbo Natale come modello da seguire. Da anni, gli alunni fin­lan­desi si piaz­zano ai primi posti delle clas­si­fi­che mon­diali per livelli di apprendimento, men­tre i nostri arran­cano nelle posi­zioni medio-basse. Le scuole fin­lan­desi sono diven­tate meta di pel­le­gri­nag­gio per gli esperti di didat­tica di tutto il mondo, alla ricerca dell’arma segreta.
I soldi, certo, con­tano. La Fin­lan­dia inve­ste nell’istruzione circa il 7 per cento del Pil, con­tro il 4 per cento dell’Italia. Ma in ter­mini asso­luti non ci sono grandi dif­fe­renze: se si esa­mi­nano gli inve­sti­menti per stu­dente esclu­dendo l’università, entrambi i paesi sono alli­neati nei pressi della media Osce. Se si osserva l’organizzazione del sistema, invece, le distanze aumen­tano
Le scuole fin­lan­desi sono pic­cole, gestite in grande auto­no­mia ma con un clima col­la­bo­ra­tivo tra docenti, pre­sidi, alunni e fami­glie. Niente test Invalsi e mas­sima libertà sulla defi­ni­zione dei pro­grammi di studio.
Dalle cono­scenze alle competenze
Tal­volta può ricor­dare la scuola «Mary­lin Mon­roe» del film «Bianca» di Nanni Moretti. Per esem­pio la deci­sione di abban­do­nare l’insegnamento della scrit­tura a mano in favore della tastiera del com­pu­ter a molti è sem­brato un inu­tile nuo­vi­smo. Anche la nuova pro­po­sta di abo­lire le mate­rie non riscuote apprez­za­menti una­nimi nella stessa Finlan­dia. Ma il governo non ha fretta: del resto, ogni cam­bia­mento, sin dalla riforma del 1972 da cui è par­tito il rilan­cio fin­lan­dese, è stato attuato con estrema gra­dua­lità e costanza.
In realtà, l’innovazione di cui si sta discu­tendo oggi non è poi così rivo­lu­zio­na­ria. Per­sino in Ita­lia, i fami­ge­rati pro­grammi mini­ste­riali sono stati abo­liti già nel 2010 dalla riforma Gel­mini, in favore di più fles­si­bili «indi­ca­zioni nazio­nali». La riforma poneva l’accento sullo svi­luppo e la valu­ta­zione delle «com­pe­tenze» degli stu­denti, più che delle «cono­scenze». Non è solo un gioco di parole. Secondo la ricerca didat­tica con­tem­po­ra­nea (che si basa in gran parte sul «costrut­ti­vi­smo» di John Dewey, ela­bo­rato anni Trenta del Nove­cento), le com­pe­tenze si pos­sono valu­tare solo quando le cono­scenze ven­gono appli­cate in con­te­sti auten­tici, ad esem­pio nello stu­dio di un pro­blema tec­nico con­creto. Ma per essere auten­tico, un con­te­sto deve neces­sa­ria­mente essere inter­di­sci­pli­nare, per­ché la realtà in genere si pre­senta simul­ta­nea­mente sotto diversi punti di vista. Da que­sta rifles­sione nasce la pro­po­sta di supe­rare la scan­sione tra­di­zio­nale delle mate­rie, da rim­piaz­zare con «unità di appren­di­mento» interdisciplinari.
A ben guar­dare, nella loda­tis­sima scuola pri­ma­ria ita­liana que­sto approc­cio è sem­pre stato ampia­mente adot­tato, com­plice anche il ridotto numero di docenti per classe. Le aule dei nostri bam­bini sono piene di car­tel­loni su temi come «l’acqua» o «il ter­re­moto», affron­tati da diverse ango­la­ture e soli­ta­mente con lavori di gruppo. Non a caso, quando a Tul­lio De Mauro (lin­gui­sta, stu­dioso dei sistemi edu­ca­tivi ed ex-ministro dell’istruzione) è stato chie­sto un parere su #labuo­na­scuola, si è limi­tato a dire: «Renzi copi la primaria».
Agli inse­gnanti ita­liani, tut­ta­via, la riforma Gel­mini è risul­tata indi­ge­sta per­ché qua­lun­que inno­va­zione didat­tica, accom­pa­gnata da tagli pesan­tis­simi al bilan­cio delle scuole (otto miliardi in meno), è desti­nata a fal­lire. Le «unità di appren­di­mento», dun­que, sono ancora poco dif­fuse e la valu­ta­zione delle com­pe­tenze si limita per lo più a qual­che cro­cetta appo­sta a fine scru­ti­nio. Le spe­ri­men­ta­zioni didat­ti­che, dun­que, sono per lo più auto­ge­stite dai docenti volen­te­rosi e fanno fatica a diven­tare siste­ma­ti­che. In Finlandia, gli inse­gnanti dispo­sti a ten­tare nuove strade rice­vono aumenti di salario.

Il bluff delle classifiche

Per altro, sull’efficacia di que­ste inno­va­zioni vi sono anche dubbi legit­timi. Lo sto­rico della mate­ma­tica Gior­gio Israel, che pure ha col­la­bo­rato con Maria­stella Gel­mini, ha par­lato aper­ta­mente di «bluff», a pro­po­sito delle per­for­mance degli stu­denti fin­lan­desi. «Le clas­si­fi­che Ocse-Pisa dicono sol­tanto una verità par­ziale circa le abi­lità matemati­che dei bam­bini fin­lan­desi» men­tre «le cono­scenze mate­ma­ti­che dei nuovi stu­denti hanno subito un declino dram­ma­tico». Gli stu­denti fin­lan­desi di oggi, infatti, fanno fatica a rispon­dere ai que­siti che veni­vano som­mi­ni­strati loro trent’anni fa. Dun­que, i risul­tati sban­die­rati dipen­dono da come sono ela­bo­rati i test, che invece ven­gono spac­ciati per ogget­tivi. Basta par­lare di scuola, e anche la mate­ma­tica diventa un’opinione.
Andrea Capocci, il manifesto, 25.3.2015

24 mar 2015

vi presento mio zio mancino così parliamo della "teoria del gender" (di laura eduati)

Mio zio ha quasi 80 anni. Un giorno mi raccontò che era costretto a frequentare la scuola con la mano sinistra legata dietro la schiena, perché era nato mancino e per la maestra la sinistra era la mano del diavolo.
Glielo diceva, davanti a tutti. Per questo motivo lo obbligava a scrivere con la destra, procurandogli dolore e disagio. Mio zio doveva scrivere lentamente perché non gli veniva naturale usare la mano destra, ma non osava ribellarsi perché si sentiva profondamente sbagliato e colpito dalla malvagità di Satana: chissà quali colpe aveva commesso per essere mancino.
Erano gli inizi degli anni '40. Non ricordo se venisse preso in giro dai compagni di classe, però posso immaginare che lo fosse. D'altronde se la maestra ripeteva che scrivere con la sinistra è un errore da correggere a tutti i costi, era facile pensare che quel bambino con la mano legata fosse comunque diverso, forse cattivo, poco collaborativo.
Nessuna maestra oggi direbbe ai suoi alunni che essere mancini è sbagliato. E d'altronde nessuno penserebbe che i mancini scelgono di esserlo.
Nemmeno gli omosessuali o le lesbiche scelgono la propria inclinazione sessuale, così come le persone transgender non si sono svegliate una mattina pensando di diventarlo.
Gli uomini e le donne che soffrono di disforia di genere, e cioè si sentono del sesso opposto al corpo con cui sono nati, non vengono influenzati dalla moda, dalla televisione o dai libri che leggono. Poiché la loro è una condizione che spesso porta alla sofferenza psichica, molti di loro forse avrebbero voluto una esistenza più semplice.
Questa non è una mia idea. Non stiamo parlando di aborto, dove esiste una scelta (abortire o non abortire), oppure di maternità surrogata. Non stiamo parlando di diritti delle persone omosessuali, di diritto all'adozione oppure a celebrare un matrimonio civile.
I diritti, infatti, non sono scontati anche se esigibili e, come si è visto, gli stessi omosessuali hanno idee differenti: basti pensare alla rissa planetaria tra il gay Elton John e i gay Dolce&Gabbana.
Il fatto di essere omosessuale, invece, non è materia di discussione: lo si è, come lo sono i mancini.
Ecco perché non si capisce cosa sia la teoria del gender. Voi sapete cos'è la teoria del gender? Secondo papa Francesco, il cardinal Bagnasco e una folta schiera di cattolici, la teoria del gender è quella che pretende di inculcare ai bambini l'idea che travestirsi da femminucce (se maschietti) e viceversa è normale, bello, auspicabile. Questa idea include un'altra deriva ritenuta pericolosa e cioè che bisogna accettare l'omosessualità e la transessualità, promuovendole come stili di vita accettabili, intercambiabili a piacimento.
Bagnasco ha detto che la teoria del gender edifica il transumano, vuole costruire persone fluide, è una manipolazione da laboratorio. Ha chiesto ai genitori cattolici di reagire, così come si reagisce alle persecuzioni dei cristiani da parte dell'Isis. Papa Francesco, a Napoli, ha invece affermato che la teoria del gender è "uno sbaglio della mente umana".
Il presidente della Conferenza episcopale italiana si riferisce ai corsi di sensibilizzazione che stanno prendendo sempre più piede nelle scuole italiane, avversate ferocemente da molti genitori preoccupati - forse - che il loro Pietro torni a casa facendosi chiamare Luisa, o che la piccola Emma cresca diventando prima o poi lesbica.
Ecco, la prima notizia è che la teoria del gender è una invenzione. Nelle scuole dove questi corsi sono attivi, non si insegna a Pietro come camuffarsi da Luisa, né si spinge Emma ad abbracciare il lesbismo.
Sono corsi che partono da una idea molto meno paurosa, e molto più vera e cioè che le persone nascono mancine, bionde, eterosessuali oppure omosessuali. Gli omosessuali o i transgender spesso capiscono di esserlo molto presto.
Nel loro caso maestri e professori - alcuni, non tutti - sostengono che sono malati, pericolosi, una cattiva influenza per gli studenti. "Il vicepreside diceva in giro che portavo le ragazze a diventare lesbiche, che era una malattia e io la stavo diffondendo", ha raccontato Laura, una adolescente lesbica, all'Huffington Post. "Durante le lezioni una delle nostre professoresse ripeteva che facevamo schifo, che non eravamo normali". Leggendo queste righe, penso a mio zio.
Nessun corso "riparativo" e nessuna psicoterapia potrebbe convincere un mancino a diventare destro. Perché allora pensare che un eterosessuale potrebbe diventare omosessuale una volta saputo che i gay esistono? Il piccolo Pietro, se è nato eterosessuale, continuerà a esserlo. A scuola, semmai, potrà imparare a rispettare le persone omosessuali.
Emma, invece, capirà che se le piace giocare con le macchinine e non con le Barbie, o se preferisce iscriversi a calcio e non a danza, nessuno dovrà pensare che è strana, sbagliata o sessualmente deviata.
Non esiste "la teoria del gender" e nemmeno esiste un complotto per omosessualizzare la società. Nei Paesi dove gli omosessuali e i transgender sono accettati - almeno a parole - come i biondi, gli alti, i nani e i mancini, le persone eterosessuali continuano a essere la stragrande maggioranza, si sposano, hanno figli, divorziano e si innamorano come è sempre accaduto.
Anche in Italia le persone omosessuali si innamorano e a volte riescono ad avere dei figli: non attraverso l'adozione, ma con la fecondazione assisita e (più raramente) con la maternità surrogata. Per quanto queste pratiche siano avversate dal Vaticano (ma anche da alcune voci "progressiste"), questi bambini sono già nati, esistono, e vanno nella stessa scuola dei figli dei cattolici. Accettare la loro esistenza non è "teoria del gender".
Ciò che forse spaventa i genitori è la parola "sesso". La parola sesso è dentro la parola omosessuale, e in generale si pensa che tutto ciò che ha a che fare con gli omosessuali sia, in fondo, una questione di apparato genitale. Come se fossero gli unici a fare sesso, gli unici a interessarsi a questo tema universale.
I bambini, anche a dieci anni, tenuti all'oscuro e al riparo dalla bizzarra "teoria gender", scopriranno presto cos'è il sesso, e come si fa. Lo scopriranno con gli amici, via web, in maniera molto più distorta e irrispettosa nei confronti della loro età: YouPorn non può avere funzione educativa o didattica.
Attraverso questi canali informali e spesso divertenti sapranno che esistono gay, transessuali, lesbische e bisessuali, ma se avranno ricevuto una educazione che colpevolizza l'omosessualità penseranno che "i froci" meritano di essere esclusi, mentre troveranno forse più normale una fila di clienti maschi rigorosamente eterosessuali che fanno la fila per stuprare - questo è il termine più adatto - una prostituta incinta di sette mesi.

(Laura Eduati, Huffington Post, 24 marzo 2015)

23 mar 2015

l'unrwa riapre a gaza una scuola distrutta dall'esercito israeliano nell'estate 2014

L'UNRWA, l'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente, riapre una scuola a Khan Younis, nella Striscia di Gaza. E' una delle 83 scuole scuole bombardate dall'esercito israeliano nell'estate del 2014. L'istituto ospita oltre 1.100 studenti che sono tornati in classe a metà marzo grazie ai finanziamenti internazionali, fra cui quello di 50 mila euro stanziati dal Premio Nobel per la Pace, Malala Yousafzai [clicca qui], che ha devoluto interamente per la causa la somma in denaro del suo premio.


(Gaza 23 marzo 2015) UNRWA Commissioner-General, Pierre Krähenbühl today reopened the Khuza'a Elementary Co-ed A&B School, in eastern Khan Younis, Gaza Strip. The school hosts over 1,100 students, who returned to classrooms in mid-March. Its refurbishment was made possible by remarkable donations from international partners and Nobel Peace Prize Laureate Malala Yousafzai who contributed US$ 50,000 - her entire monetary award from the prestigious World's Children's Prize.
The building was one of 83 schools impacted during the hostilities. Damage and destruction to the Khuza'a school occurred on or about 28 July 2014, contrary to the inviolability of UN premises under international law. This was concurrent with Israeli Defense Force ground operations in and around the vicinity of the school, during which an entire wing of classrooms, a toilet block and a boundary wall were demolished. There was also some damage caused by ordnance and small arms fire.
When she made the announcement of the donation, Malala said, “The needs are overwhelming – more than half of Gaza’s population is under 18 years of age.  They want and deserve quality education, hope and real opportunities to build a future. This funding will help rebuild the 83 schools damaged during the recent conflict. Innocent Palestinian children have suffered terribly and for too long. We must all work to ensure Palestinian boys and girls, and all children everywhere, receive a quality education in a safe environment. Because without education, there will never be peace. Let us stand together for peace and education because together we are more powerful."
In the immediate aftermath of the ceasefire on 26 August 2014, UNRWA began repair works on all damaged schools in Gaza, including Khuza'a. 240,000 students were able to start the school year in September, though many could not immediately do so in their usual school buildings.
I am very pleased to reopen this school in Gaza today, after the damage it sustained during the height of the conflict. Those were very dark days for children in Gaza” said the Commissioner-General. "It is heartening to witness the return to school here of 1,100 Palestine refugee children and the fact that our premises is once again a ground of learning. This would not have been possible without the important support of our donors. Our special gratitude also goes to Malala Yousafzai for her most generous contribution. She is a role model for millions including for Palestinian girls and boys. I am also thankful to UNRWA staff in Gaza for their considerable efforts in carrying out the repair work.
During the ceremony today, Ms. Rua’ Kdeih, an eleven-year old Khuza'a student, read a poem about courage and steadfastness. These words were from a partially burned notebook of hers found by UNRWA staff during a visit to the school after it was damaged. Rua' and her family had to flee their home during the war and lived with relatives, displaced like hundreds of thousands of people in Gaza. At the ceremony she spoke confidently, saying she had always known she would one day be back in her school. The Commissioner-General visited Rua's classroom and talked with students about the importance of hope and pursuing their dreams despite the current extreme hardship in Gaza.

fonte: http://www.unrwa.org/newsroom/press-releases/unrwa-reopens-school-khuza%E2%80%99-gaza (23 marzo 2015)

21 mar 2015

presentato il ddl sulla scuola, ora in parlamento

E’ stato presentato alla Camera dei Deputati il testo del disegno di legge per la riforma della scuola.

Rispetto al documento circolato dopo il Consiglio dei Ministri del 12 marzo 2015 [clicca qui] non sembrano esserci novità di rilievo. Tutto confermato, dunque.

Il percorso parlamentare partirà la prossima settimana, l'approvazione dovrebbe avvenire entro fine maggio 2015.



Il testo integrale e completo del DDL con la relazione tecnica
- il "Disegno di legge recante riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione, con delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti” [clicca qui]
- la Relazione tecnica Disegno di Legge “La Buona Scuola” [clicca qui]

20 mar 2015

cinetrotter 2015, alla scoperta del cinema

Anche quest’anno, al Teatrino del Parco Trotter, in via Giacosa 46 (Milano), si rinnova l’appuntamento con il “Cinetrotter”, rassegna di cortometraggi di animazione (e non solo) rivolta ai bambini dai 5 ai 99 anni.
In programma, domenica 22 marzo 2015, alle ore 16:00 “Senza Parole: alla scoperta del cinema muto”, un divertente viaggio a ritroso nel tempo per rivivere la magia della nascita del cinema e il genio dei suoi grandi protagonisti: dai fratelli Lumière a Charlie Chaplin, da Georges Méliès a Buster Keaton. Domenica 29 marzo sempre alle ore 16,00 sarà la volta di “Voci, musiche, rumori: alla scoperta dei suoni nel cinema”, un percorso inedito e stimolante centrato sul rapporto tra le immagini e il suono.

A presentare i film e a dialogare con i bambini saranno come sempre i curatori della rassegna, Silvano Ghiringhelli e Andrea Sottile, da anni impegnati nel tentativo di restituire agli spettatori più giovani, fuori e dentro le scuole, un patrimonio cinematografico ricchissimo e troppo spesso sconosciuto o dimenticato. 
Ingresso a offerta libera


La locandina di Cinetrotter 2015 [clicca qui]
Il volantino [clicca qui]
 

 Teatrino del parco Trotter
via Giacosa 46 Milano MM Rovereto oppure
via Padova 69 Milano MM Loreto + autobus 56

16 mar 2015

dieci, cento, mille orti in classe: se la scuola si arma di badili e zappe

Una didattica antica, basata sul contatto con la natura, torna alla ribalta in vista (anche) dell’Expo. Così i bimbi imparano l’amore e il rispetto per la natura
(di Carola Traverso Saibante, www.corriere.it, 16 marzo 2015 - 10:49)

Grammatica e basilico, zucchine e matematica. Imparare con le mani nella terra, grazie alla terra: l’orto come strumento educativo mette radici nelle scuole del nostro Paese. Una didattica antica che torna alla ribalta.
Milano, dove l’orto è veterano
Era il 1927 quando la rivoluzionaria educatrice milanese Giuseppina Pizzigoni aprì la nuova sede della sua scuola, con le aule aperte sul giardino e il giardino e i campi che si fanno aula. Da allora i piccoli allievi non hanno mai smesso di coltivare l’orto; la Rinnovata Pizzigoni è tutt’oggi una scuola che sembra più una cascina, 22mila mq di parco con piante, animali, orti, serre, boschetti, cortili, laboratori. Qui si crede profondamente che coltivare la terra sia un fattore determinante nel percorso educativo di ogni bambino. Una convinzione che, a distanza di quasi un secolo, si rinnova e si fa strada sempre più tra gli istituti e i percorsi scolastici del territorio. «L’orto come strumento didattico» è oggi usato in varie scuole pubbliche di Milano anche con progetti sostenuti dal Comune. «MiColtivo, Orto a Scuola» è un programma lanciato in forma pilota in due scuole primarie nel 2012; «Orto in classe» e «Le emozioni: erbe aromatiche» sono laboratori di due o tre incontri per scuole d’infanzia e primarie che prevedono la semina di piantine, a cura dell’associazione Civiltà Contadina. «Verde libera tutti», che ogni anno ad aprile sguinzaglia bulbi e semi e ambasciatori del verde muniti di zappe per le strade cittadine, nel 2015 dedica un’iniziativa alle scuole, con la collaborazione anche del Comune, per premiare i 10 progetti più significativi in tema di orto scolastico. 
L’orto nel P.O.F
Non è certo solo Milano. Dalla provincia di Genova a quella di Cosenza, dal comune di Caltanissetta a quello di Padova (che sta organizzando un corso di formazione per insegnanti (www.ortiscolastici.it); da San Giovanni a Piro (Salerno) a Montecrestese (Verbano-Cusio-Ossola). E poi Parma, Arezzo, Perugia... Sono sempre più numerose le scuole che scelgono di offrire il prezioso percorso educativo che cresce in un orto. Il lancio ministeriale dell’iniziativa «Orti nelle scuole» era avvenuto da parte di MIUR e MIPAAF in occasione della scorsa Giornata Mondiale dell’Ambiente, ideato per scuole d’infanzia e primarie in vista dell’Expo 2015. In realtà negli ultimi anni le iniziative si erano già moltiplicate, quasi sempre grazie alla collaborazione tra scuole e associazioni – locali o nazionali – competenti nella materia. Come la Coldiretti, che con «Educazione alla campagna amica»vuol far incontrare il mondo della scuola con quello dell’agricoltura.
Aula a cielo aperto
Moderno cuore degli sviluppi ortofrutticoli in aula è, più che mai, l’educazione alimentare. Pioniere della diffusione di questa didattica nelle classi italiane è stato non a caso il progetto «Orto in condotta» di Slowfood , attivo da oltre 10 anni, che forma insegnanti, allievi e genitori e mette in rete le scuole a livello nazionale e internazionale. Attualmente sono 507 gli «Orti in condotta» - rigorosamente bio- distribuiti in tutto lo Stivale: «La particolarità della nostra offerta è che nell’orto affrontiamo tutte le materie scolastiche curricolari (geografia, storia, matematica etc) in modo che l’orto diventi una vera aula a cielo aperto – spiega Annalisa D’Onorio, responsabile del progetto – Chiediamo agli insegnanti (formati da professionisti Slow Food e supportati dai volontari locali dell’associazione) di cambiare la loro didattica, la loro metodologia in funzione di questo approccio. Per questo gli Orti in condotta sono “solo” 507!». 
Un percorso impegnativo, ma che dà i suoi frutti
Una ricerca effettuata lo scorso anno ha dimostrato come i bambini che seguono l’orto da tre anni abbiano effettivamente una maggiore conoscenza e sensibilità sui temi di sostenibilità e alimentazione. Curando le foglioline che sbucano e il primo fior di zucchina che fa capolino s’impara il valore del cibo, s’imparano il gusto e la salute. Non solo: l’orto insegna anche l’ecologia e la solidarietà. E cioè: non sprecare il cibo da una parte, proteggere la natura e il territorio dall’altra. E poi, lavorare la terra insieme creando un senso d’appartenenza e di comunità.
Dall’orto alla mensa scolastica
Nell’Istituto comprensivo statale G. Binotti di Pergola, provincia di Pesaro Urbino, l’orto è tenuto da 10 classi di primaria e una di secondaria. Un orto certificato biologico i cui prodotti passano direttamente alla mensa scolastica (o al vicino mulino bio, dato che vi si coltivano anche cereali autoctoni). «Non c’è una ora di orto – spiega Angelo Verdini, il dirigente scolastico - l’impegno è variabile a seconda della richiesta della terra: adesso, per esempio, è fermo; ci sono periodi in cui vi si lavora tutti i giorni». Il mese scorso gli esperti autodidatti del Binotti hanno organizzato una giornata di formazione per le 20 scuole che hanno vinto con i loro progetti di orto scolastico il bando della regione Marche (120 partecipanti). E dall’esperienza dell’orto in classe è già uscito un libro di racconti scritti dai bambini - «L’insalata era giù l’orto» e due video che hanno partecipato e vinto vari concorsi e festival. 
Orti urbani e extra urbani
A Bergamo il progetto sviluppato dall’Orto Botanico Lorenzo Rota in collaborazione con l’ufficio scolastico territoriale coinvolge 27 scuole e 90 classi, e punta molto sull’orto come luogo d’inclusione scolastica e culturale. A Bari gli orti urbani nelle scuole tentano di coinvolgere il resto della cittadinanza, affinché in orari extrascolastici quegli spazi verdi possano continuare a esser gestiti, magari da disoccupati che possano così godere di contributi comunali. E in Sardegna, chiusi i progetti che puntavano sul biologico, gli orti adesso hanno a che fare anche con il recupero dell’abbandono scolastico. Infine, l’orto non ha età: alle porte di Roma i bambini vi entrano in contatto a partire dai 3 mesi. L’iniziativa è quella privata dell’Agrinido Il Girotondo, una sorta di cascina con animali, orto, frutteto e vigne dove i bambini imparano giocando non solo con i vegetali, ma anche in post-produzione: conserve, marmellate, pizze, tutte a km ben sotto lo zero.

(di Carola Traverso Saibante, www.corriere.it, 16 marzo 2015 - 10:49)

bologna 21 marzo 2015, giornata della memoria e dell'impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie

Dal 1996 ogni 21 marzo, primo giorno di primavera, si celebra la Giornata della Memoria e dell'Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie promossa da Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie e da Avviso Pubblico.
"La verità illumina la giustizia è lo slogan scelto per la XX Giornata della memoria che si svolgerà quest’anno a Bologna il 21 marzo.
La Giornata vuole ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie. Sono circa 900, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell'ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali, i morti per mano delle mafie solo perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere.
Ancora oggi per il 70% delle vittime innocenti di mafie non è stata fatta verità e, quindi, giustizia.
Per accompagnare l’avvicinamento alla giornata l’associazione Libera ha formulato una serie di proposte formative per le scuole [clicca qui].
Tra queste segnaliamo “La scuola adotta una vittima di mafia”, un percorso rivolto alle scuole fin dalla nascita di Libera e che connota da sempre la Giornata della memoria e dell’impegno.
Il progetto vuole coinvolgere i ragazzi delle scuole secondarie (di primo e secondo grado) in un percorso di ricerca per conoscere la storia delle vittime di mafia, il loro esempio di cittadini attivi e responsabili e le motivazioni finali che hanno alla fine determinato la loro morte.
Attraverso l’elenco delle vittime, predisposto da Libera [clicca qui oppure clicca qui], è possibile rintracciare i nominativi di una o più vittime di mafie sui quali poi iniziare un percorso didattico finalizzato alla ricostruzione delle loro storie di vita. Libera consiglia che, nell'intraprendere il percorso di ricerca, i ragazzi adottino simbolicamente soprattutto vittime appartenenti al loro contesto territoriale. E’ molto importante conoscere l'ambiente economico, sociale e culturale in cui si sono svolti i fatti e cosa da allora è cambiato o comunque è stato fatto. Ricostruire una storia quindi anche per evidenziare carenze o possibili prospettive per la propria città, per sottolineare i punti critici che interessano la sicurezza dei cittadini e per capire infine che è importante promuovere l'impegno di tutti a scapito di comportamenti di delega o indifferenza.
Il progetto trova la sua naturale conclusione con la partecipazione dei ragazzi alla Giornata della memoria con la presentazione dei materiali raccolti sulla vittima di mafia.

Anche se non strettamente legato all’iniziativa di Libera, segnaliamo l’Istituto Comprensivo San Marcellino (Caserta) che il 12 marzo 2015 ha ricordato  Simonetta Lamberti, una bambina di 11 anni, uccisa da un sicario della camorra nel corso di un attentato il cui obiettivo era il padre, il giudice Alfonso Lamberti, procuratore di Sala Consilina.

La locandina della Giornata del 21 marzo 2015 [clicca qui].

15 mar 2015

70 mila studenti milanesi pranzano con i prodotti “libera terra”

Il 18 marzo 2015 sarà servito un menu “Libera Terra” nelle mense di 450 scuole milanesi. Un primo piatto di pasta di semola di grano duro biologica e un succo di frutti rossi di Sicilia saranno il simbolo di un pasto “giusto”, oltre che buono e sano, servito da Milano Ristorazione a circa 70 mila bambini e ragazzi nelle scuole d’infanzia, primarie e secondarie di primo grado di Milano.  
Studenti e insegnanti pranzeranno quindi con i prodotti coltivati nelle terre confiscate alle mafie, secondo i principi del rispetto dell’ambiente, della dignità della persona, della legalità e della giustizia sociale.
“Una bella iniziativa di educazione e sensibilizzazione per i nostri bambini, le loro famiglie, i loro insegnanti – ha spiegato l’assessore all’Educazione Francesco Cappelli – in occasione della Giornata della Memoria del 21 marzo [clicca qui] per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie. Il Comune di Milano e Milano Ristorazione rinnovano il proprio impegno al fianco dell’associazione Libera che, proprio in questi giorni, compie 20 anni”.
Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie” è stata fondata il 25 marzo 1995 per sensibilizzare la società civile nella lotta alle mafie e diffondere la cultura della legalità e della giustizia. “Libera Terra” riunisce dieci cooperative sociali che, guidate da Libera, gestiscono strutture produttive e centinaia di ettari di terreno sottratti alle mafie in Sicilia, Puglia, Calabria e Campania.

13 mar 2015

il testo del ddl sulla scuola e il video della conferenza stampa al termine del cdm del 12 marzo 2015

Il testo del disegno di legge "Disposizioni in materia di autonomia scolastica, offerta formativa, assunzioni e formazione del personale docente, dirigenza scolastica, edilizia scolastica, e semplificazione amministrativa" approvato dal Consiglio dei Ministri n. 53 del 12 marzo 2015: [clicca qui].

Il video della conferenza stampa del Consiglio dei Ministri n. 53 - Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il Ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, ed il Sottosegretario alla Presidenza, Graziano Delrio illustrano in conferenza stampa a Palazzo Chigi i provvedimenti adottati al termine del Consiglio dei Ministri del 12 marzo 2015 [clicca qui]

Consiglio dei Ministri n. 53 [comunicato ufficiale]
12 Marzo 2015
Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi, giovedì 12 marzo 2015, alle ore 18.10 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Segretario il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Graziano Delrio.
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LA BUONA SCUOLA
Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione (disegno di legge)
Il Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, ha approvato il disegno di legge di riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione che prende il nome di “ La Buona Scuola”.
La Buona Scuola è buona autonomia. Il ddl consente di realizzare finalmente l’autonomia scolastica, assegnando maggiori strumenti ai presidi per gestire risorse umane, tecnologiche e finanziarie. Le scuole avranno un organico potenziato (garantito a partire dal prossimo anno scolastico attraverso un piano straordinario di assunzioni) per coprire tutte le cattedre vacanti, rispondere alle nuove esigenze didattiche, organizzative e progettuali, potenziare l’offerta formativa, fronteggiare la dispersione scolastica, rendere la scuola più inclusiva, eliminare le supplenze più dannose, anno dopo anno, per la continuità della didattica. Le scuole, d’ora in poi, potranno indicare il loro fabbisogno di docenti e strumenti per attuare i Piani dell’offerta formativa. I Piani diventano triennali e saranno predisposti dai dirigenti scolastici, sentiti gli insegnanti, il Consiglio di istituto e le realtà territoriali.
Il dirigente sceglie la sua squadra. I presidi potranno scegliere la loro squadra individuando i nuovi docenti che ritengono più adatti per realizzare i Piani dell’offerta formativa all’interno di appositi albi territoriali costituiti dagli Uffici Scolastici Regionali. Negli albi confluiranno i docenti assunti nel primo anno attraverso il piano straordinario di assunzioni e poi tramite concorsi. Gli incarichi affidati saranno resi pubblici.
Piano straordinario e poi solo concorsi. Il ddl dà il via libera ad un Piano straordinario di assunzioni per il 2015/2016 per coprire le cattedre vacanti e creare l’organico dell’autonomia. Oltre 100.000 insegnanti saranno assunti a settembre 2015. Dopo si torna ad assumere solo per concorso.
Studiare per il futuro. Il disegno di legge prevede il potenziamento delle competenze linguistiche: in particolare l’italiano per gli studenti stranieri e l’inglese per tutti (anche con materie generaliste insegnate in lingua). Vengono potenziate poi: Arte, Musica, Diritto, Economia, Discipline motorie. Nella Buona Scuola viene dato più spazio all’educazione ai corretti stili di vita e si guarda al futuro attraverso lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti (pensiero computazionale, utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media). Alle superiori, il curriculum diventa flessibile: le scuole attiveranno materie opzionali per rispondere alle esigenze degli studenti.
Scuola-lavoro e digitale. Almeno 400 ore nell’ultimo triennio dei tecnici e dei professionali e 200 in quello dei licei. L’alternanza si farà in azienda, ma anche in enti pubblici. A disposizione un fondo, a regime, di 100 milioni all’anno a partire dal 2016. Mentre 90 milioni vengono stanziati subito per l’innovazione didattica e la creazione di laboratori territoriali, aperti anche di pomeriggio, per orientare i giovani al lavoro e da utilizzare come strumento di contrasto alla dispersione.
Stop classi ‘pollaio’. I presidi hanno il potere di derogare alle regole attuali: utilizzando l’organico in modo flessibile potranno evitare la formazione di classi troppo numerose, le cosiddette classi ‘pollaio’.
Una Card per l’aggiornamento. Arriva la Carta per l’aggiornamento e la formazione dei docenti, un voucher di 500 euro da utilizzare per l’aggiornamento professionale attraverso l’acquisto di libri, testi, strumenti digitali, iscrizione a corsi, l’ingresso a mostre ed eventi culturali. La formazione in servizio diventa obbligatoria e coerente con il Piano triennale dell’offerta formativa della scuola e con le priorità indicate dal Ministero.
Un bonus per valorizzare i docenti. Viene istituito il bonus annuale delle eccellenze destinato ai docenti. Ogni anno il dirigente scolastico, sentito il Consiglio di Istituto, assegnerà il bonus al 5% dei suoi insegnanti per premiare chi si impegna di più. Peseranno la qualità dell’insegnamento, la capacità di utilizzare metodi didattici innovativi, il contributo dato al miglioramento complessivo della scuola. Per il bonus vengono stanziati 200 milioni all’anno.
La Scuola trasparente. Viene istituito un Portale unico dei dati della scuola con la pubblicazione di tutti i dati relativi al sistema di istruzione: bilanci delle scuole, Anagrafe dell’edilizia, Piani dell’offerta formativa, dati dell’Osservatorio tecnologico, Cv degli insegnanti, incarichi di docenza.
Investire sul futuro con 5 per mille e school bonus. Il 5 per mille potrà essere destinato anche alle scuole. Con lo school bonus, chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione, per la promozione di progetti dedicati all’occupabilità degli studenti, avrà un beneficio fiscale (credito di imposta al 65%) in sede di dichiarazione dei redditi. Cambia l’approccio all’investimento sulla scuola: ogni cittadino viene incentivato a contribuire al miglioramento del sistema scolastico. Scatta poi la detraibilità delle spese sostenute dalle famiglie i cui figli frequentano una scuola paritaria dell’infanzia o del primo ciclo.
Un bando per le ‘Scuole Innovative’ e per i controlli. Il ddl prevede un bando per la costruzione di scuole altamente innovative, dal punto di vista architettonico, impiantistico, tecnologico, scuole green e caratterizzate da nuovi ambienti di apprendimento digitali. L’Osservatorio per l’edilizia scolastica, istituito presso il Ministero dell’Istruzione, coordinerà strategie e risorse per gli interventi. Vengono recuperate risorse precedentemente non spese da investire sulla sicurezza degli edifici. Stanziati 40 milioni per finanziare indagini diagnostiche sui controsoffitti delle scuole.
Delega. Il disegno di legge assegna poi la delega al governo a legiferare in materia di: semplificazione del Testo Unico della scuola, valutazione degli insegnanti, riforma dell’abilitazione all’insegnamento, del diritto allo studio, del sostegno e degli organi collegiali, creazione di un sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6 anni.
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10 mar 2015

perché il governo abbandona le scuole superiori? a verona la protesta dei genitori

Perché il Governo abbandona le Scuole Superiori? Perché contrariamente all’impegno costituzionale, non garantisce nemmeno la copertura dei servizi minimi di funzionamento e manutenzione? Il “Coordinamento Genitori Scuole Superiori di Verona e provincia”, dopo che la provincia di Verona ha dichiarato l'impossibilità di erogare fondi alle  scuole superiori, chiede risposte sullo sblocco dei fondi provinciali per il funzionamento e la manutenzione e il rimborso delle spese 2014. Con una lettera aperta il Coordinamento si rivolge alle istituzioni politiche ed amministrative, ai partiti politici, agli organi di stampa. Quante altre provincie si trovano nella situazione segnalata dai genitori di Verona e provincia? Attendiamo le vostre segnalazioni.

Il testo della lettera del "Coordinamento Genitori Scuole Superiori di Verona e provincia":

Il funzionamento delle Scuole Superiori (di istruzione secondaria di secondo grado) è stato garantito, fino al 2013, per legge, dall'assegnazione di fondi provinciali: circa 30.000 euro per istituto (in aggiunta alla dotazione ordinaria statale, di appena 8/12.000 euro per scuola).
In data 17.7.2014 la Provincia di Verona ha comunicato alle Scuole l'impossibilità di assegnare questi fondi, lamentando i vincoli dettati dal patto di stabilità e dalla riforma delle province.

Gli unici finanziamenti assegnati per il 2014 (mediamente dai 2.000 ai 6.000 euro ad istituto) sono stati quelli per spese di manutenzione straordinaria legata ad impellenti problemi di sicurezza.

In data 10.9.2014 il “Collegio dei Dirigenti scolastici delle Scuole Secondarie di 2° grado della provincia di Verona”, ha inviato un appello alla Ministra Giannini, ai Dirigenti dell'Ufficio scolastico regionale e provinciale, al Presidente e all'Assessore all'istruzione della Provincia.

Nella lettera, i Dirigenti hanno scritto:

I dirigenti scolastici sono in grave difficoltà a gestire la delega loro conferita per la gestione ordinaria degli edifici e degli uffici e nello stesso tempo non ritengono civilmente corretto utilizzare i soldi che le famiglie hanno versato volontariamente solo per l'ampliamento dell'offerta formativa.

Prima di dover declinare l'impegno e restituire all'ente provinciale la delega loro conferita, i dirigenti scolastici chiedono urgentemente un intervento governativo che sblocchi il patto di stabilità per l'edilizia scolastica e la manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici degli istituti superiori, volto a garantire il funzionamento degli uffici a cominciare dal pagamento delle bollette telefoniche e del canone per l'utilizzo di internet, la manutenzione ordinaria degli edifici, l'acquisto o la dotazione degli arredi (sedie, banchi, attrezzi da palestra...) e ogni altro utile intervento sino allo scorso anno scolastico sostenuto finanziariamente dalle province di riferimento.

Senza tali contributi la stessa sicurezza degli edifici scolastici è messa a repentaglio in quanto per molti aspetti dipende proprio dall'ordinaria manutenzione.”



NESSUNA RISPOSTA è pervenuta!



Responsabilmente, i Dirigenti, in accordo con tutte le componenti scolastiche, Genitori compresi, hanno deciso di garantire comunque il funzionamento delle scuole.

Chi ha pagato le spese telefoniche, le spese varie degli uffici di segreteria, le spese di piccola manutenzione (bagni, lampadine, manutenzione serramenti...) ?

I Genitori, naturalmente, sottraendo risorse ai progetti e all'offerta formativa dei propri figli.

Perché il Governo ha scelto di abbandonare le Scuole?

Perché contrariamente all'impegno costituzionale, non garantisce nemmeno la copertura dei servizi minimi di funzionamento e manutenzione?

Perché NESSUN rappresentante istituzionale ha voluto rispondere all'appello dei Dirigenti?


Come “Coordinamento Genitori delle Scuole Superiori di Verona e provincia”, riuniti in assemblea il 25 febbraio 2015:

- dichiariamo il nostro pieno appoggio alle richieste del “Collegio dei Dirigenti scolastici delle Scuole Secondarie di 2° grado della provincia di Verona”

denunciamo l'assenza di un Governo che annuncia interventi sulla “Buona Scuola” ma sottrae le risorse finanziarie essenziali per il funzionamento ordinario delle scuole

- chiediamo RISPOSTE sullo sblocco dei fondi provinciali per il funzionamento e la manutenzione e il RIMBORSO delle spese 2014.
Verona, 10 marzo 2015 

La presente dichiarazione sottoscritta dal “Coordinamento Genitori delle Scuole Superiori di Verona e provincia”, inviata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al Ministro dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca, al Presidente della Regione Veneto, all'Ufficio Scolastico Regionale del Veneto, all'Ufficio Scolastico Territoriale di Verona, al Prefetto e al Presidente della Provincia di Verona, ai Parlamentari veronesi di tutti i partiti e agli organi di stampa, è sottoscritta anche da:
- Consulta Provinciale degli Studenti di Verona
- Rete degli Studenti Medi di Verona
- Coordinamento Genitori degli Istituti Comprensivi di Verona e provincia
- A.Ge. Verona, A.Ge. Minerbe, A.Ge. Isola della Scala
- C.G.D. Verona (Coordinamento Genitori Democratici)
Per comunicazioni: coogensupvr@gmail.com - http://coogensupvr.wordpress.com

Il testo della lettera del "Coordinamento Genitori Scuole Superiori di Verona e provincia" datata 10 marzo 2015 in formato pdf [clicca qui]

9 mar 2015

un detersivo per la "buona" scuola

Mercoledì 11 Marzo 2015 viene presentato a Milano il progetto “Dixan per la scuola”. Si tratta di un’iniziativa della Henkel, multinazionale che opera in tre settori: detergenza, cosmetica, adesivi e tecnologie. Il progetto risale al 2000 e si avvale come mascotte del professore Dix, un personaggio che viene fatto entrare nelle scuole “con un obiettivo ambizioso: sensibilizzare le nuove generazioni su temi di grande rilevanza sociale attraverso percorsi didattici multidisciplinari”.
Nel passato ci siamo più volte occupati delle aziende che entrano nelle scuole per pubblicizzare i loro prodotti: il mondo della scuola costituisce un ambito molto appetitoso per il mercato [clicca qui].
Pur non avendo mai rinunciato alla “resistenza”, avevamo ultimamente smesso di segnalare gli ormai innumerevoli casi con cui, spesso sotto il paravento dell’impegno sociale, si cerca di trasformare le nostre scuole in suk, con l’aperta complicità di dirigenti, insegnanti e genitori.  
Stavolta siamo però rimasti colpiti dell’enfasi con cui il progetto viene presentato a Milano. Addirittura a Palazzo Marino, alla presenza di Francesco Cappelli [clicca qui], Assessore all’Educazione e all’Istruzione del Comune di Milano. Abbiamo pertanto deciso di informarci.
Il progetto della Henkel coinvolgerà 100 istituti scolastici in venti città italiane con l'obiettivo dichiarato di raccogliere indumenti a favore di AI.BI. - Amici dei bambini - un’associazione attiva in tutto il mondo per combattere l'abbandono minorile con l'adozione internazionale, l'affido, il sostegno a distanza.
Funziona così: nelle scuole italiane toccate dal tour arriva un furgoncino da cui scende il professor Dix. I ragazzi partecipano ad una lezione per  “familiarizzare con temi importanti come la solidarietà, la sostenibilità, il risparmio delle risorse, i consumi responsabili, il riuso”. Agli studenti e alle loro famiglie viene quindi chiesto di partecipare alla raccolta di indumenti. Presso la scuola verrà collocato un grande contenitore che sarà ritirato dopo qualche settimana. Il ricavato della raccolta andrà all'associazione Amici dei bambini.
Gli studenti e le famiglie riceveranno un sacchetto in cui riporre gli indumenti, un campione di Dixan [!!] e una copia del libro "Il professor Dix e un calzino sul piede di guerra. La vera storia degli abiti dimenticati", appositamente scritto e illustrato per il progetto da due autori per bambini: la scrittrice Annalisa Strada e l'illustratore Libero Gozzini.
A Milano le scuole coinvolte saranno 30. E quella che raccoglierà il maggior numero di vestiti, riceverà i biglietti per postare “tutti i suoi bambini ad EXPO 2015”.
La Henkel, tramite il suo marchio Dixan, si fa dunque tramite tra la scuola e AI.BI. per raccogliere indumenti usati. In cambio offre un campione di detersivo e un libro. Ed una lezione su solidarietà e consumo consapevole. 
Detersivi, plastica, impegno sociale, Expo, il Comune di Milano promotore dell’iniziativa milanese. E i bambini meccanismo fondamentale di questo ingranaggio.
Viene da chiedersi quale modello pedagogico possa mai valutare positivamente l'ingresso nelle scuole di una forma di propaganda commerciale particolarmente subdola perché mascherata da iniziativa educativa e a carattere sociale. Quale serio pedagogista possa rallegrarsi del fatto che i bambini siano spinti a collegare temi importanti come "sostenibilità", "risparmio delle risorse" o "solidarietà" con il marchio di un'azienda multinazionale. Quale educatore giudicherà opportuno che una lezione su temi di etica e di cultura ambientale e civile venga tenuta da un "professor Dix" che regala fustini di detersivo, nella migliore tradizione della pubblicità televisiva, da Carosello in poi. Se pedagogisti del genere ci sono, si facciano avanti, per favore, e provino a illustrarci le loro ragioni. Siamo tutt'orecchi. 
E Francesco Cappelli che ne pensa? Che racconterà mercoledì a Palazzo Marino? Potrebbe leggere un brano del libro distribuito ai ragazzi, insieme al flacone di detersivo, ad esempio i consigli del professore Dix al termine del secondo capitolo: " [...] E attenzione alla quantità di detersivo. Le dosi consigliate sono indicate sulle confezioni e metterne troppo sarebbe uno spreco: le aziende attente alla sostenibilità come Henkel producono detersivi a base di sostanze lavanti biodegradabili ed efficaci con minime dosi [...]".