17 mag 2017

ischia, la scuola che intitola 23 gradini colorati alle vittime delle mafie

Ventitré gradini per altrettante vittime delle mafie. Con l'obiettivo di rinnovarne la memoria e riflettere. Istituto professionale di stato “Vincenzo Telese” di Ischia: qui si formano futuri direttori d’albergo e chef, barman e agricoltori. Ma soprattutto cittadini. Ed è in questa ottica che, in collaborazione con “Libera”, martedì 16 maggio è stata inaugurata la scala della legalità. Docenti e allievi hanno accolto – tra gli altri - il rappresentante regionale di Libera contro le mafie. don Tonino Palmese, e il responsabile provinciale di Libera, Antonio D’Amore. Dalla viva voce di alcuni dei familiari delle vittime innocenti della camorra gli studenti hanno ascoltato le storie di chi ha pagato con la vita il proprio impegno nella quotidiana lotta alle organizzazioni criminali.   “Mia mamma è morta a 35 anni: la mafia uccide, ma uccide anche il silenzio. Non abbiamo bisogno di eroi, ma ognuno di noi può decidere da che parte stare”, ha raccontato Emanuela Sannino, orfana di Paola Scamardella, che ha presenziato all’evento insieme a Luciana Di Mauro, vedova di Gaetano Montanino, e Francesco Clemente, figlio di Silvia Ruotolo.
Sui gradini colorati, inaugurati con il taglio del nastro e realizzati nell’ambito del progetto “Scuole abitate”, con finanziamento dei fondi Port Campania - i nomi di Mauro De Mauro, Giovanni Spampinato, Peppino Impastato, Boris Giuliano, Orlando Legname, Carmelo Ianni, Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Bruno Caccia, Antonio (Ninni) Cassarà, Mauro Rostagno, Rosario Livatino, Antonino Scoppeliti, Libero Grassi, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rita Atria, Pino Puglisi, Peppe Diana, Luigi Coluccio, Lea Garofalo, Angelo Vassallo e Roberto Mancini. “I loro nomi - ha sottolineato il professor Mario Sironi, dirigente dell'istituto - saranno un monito per i nostri ragazzi perché allontanino da loro ogni forma di illegalità, ma anche un invito quotidiano a non abbassare mai la testa di fronte alle ingiustizie”.


http://napoli.repubblica.it, 17 maggio 2017

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