La notte del 10 Maggio 1933, cinque mesi dopo l’ascesa
di Hitler al potere, Berlino fu illuminata dal rogo dei libri. Più di
20.000 volumi furono gettati dentro un unico falò
MILANO – Migliaia di libri persi per sempre. Il
rogo di libri nella Berlino del 1933 non fu organizzato dal governo,
bensì dagli studenti tedeschi stessi, infervorati dalla propaganda
nazista che stigmatizzava gli intellettuali in genere, e in particolar
modo quelli ebrei o di sinistra. Gli studenti dell’Università di Berlino
passarono settimane a compilare liste di scrittori e libri ‘non
tedeschi’, perlustrarono poi biblioteche pubbliche e private alla
ricerca dei volumi incriminati.
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GLI AUTORI DELLE OPERE BRUCIATE – Il 10 maggio gli studenti
trasportarono i libri con camion e carri in una piazza della capitale,
su cui si affacciavano l’Università di Berlino e il Teatro dell’Opera di
Stato. Là diedero fuoco ai cosiddetti ‘libri decadenti’. Il governo
approvò entusiasticamente il rogo e nelle settimane seguenti, i roghi
dei libri apparvero in centinaia di altre città tedesche. Tra i libri
distrutti vi furono le opere di alcuni dei maggiori pensatori, scrittori
ed intellettuali del tempo: Karl Marx, Bertolt Brecht, Thomas Mann,
Joseph Roth, Theodor W. Adorno, Walter Benjamin, Herbert Marcuse, Ludwig
Wittgenstein, Hannah Arendt, Edith Stein, Max Weber, Erich Fromm,
l’architetto Walter Gropius, i pittori Paul Klee, Wassili Kandinsky e
Piet Mondrian, gli scienziati Albert Einstein e Sigmund Freud, i registi
Fritz Lang e Franz Murnau.
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IL DISCORSO DI GOEBBELS – Durante il rogo, Joseph Goebbels,
politico e scrittore tedesco, tenne un violento discorso contro la
cosiddetta “cultura degenerata”: “Studenti, uomini e donne tedesche,
l’era dell’esagerato intellettualismo ebraico è giunto alla fine. Il
trionfo della rivoluzione tedesca ha chiarito quale sia la strada della
Germania e il futuro uomo tedesco non sarà un uomo di libri, ma
piuttosto un uomo di carattere ed è in tale prospettiva e con tale scopo
che vogliamo educarvi. Vogliamo educare i giovani ad avere il coraggio
di guardare direttamente gli occhi impietosi della vita. Vogliamo
educare i giovani a ripudiare la paura della morte allo scopo di
condurli a rispettare la morte. Questa è la missione del giovane e
pertanto fate bene, in quest’ora solenne, a gettare nelle fiamme la
spazzatura intellettuale del passato. È un’impresa forte, grande e
simbolica, un’impresa che proverà al mondo intero che le basi
intellettuali della repubblica di Novembre si sono sgretolate, ma anche
che dalle loro rovine sorgerà vittorioso il padrone di un nuovo
spirito”.
dal sito Libreriamo.it
pubblicato il 10 maggio 2017
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