Vi abbiamo già parlato dell'incontro tra Coltivando, l'orto conviviale creato al Politecnico di Milano da un gruppo di ricercatori e studenti
del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano, con la
collaborazione degli abitanti del quartiere Bovisa, e il nido di via Guerzoni [clicca qui] e [clicca qui]. Vogliamo ora conoscere meglio il progetto attraverso il racconto diretto di Ilaria De Paoli, la maestra-ortista.
I bambini medi e grandi del nido Guerzoni sono stati impegnanti
per tutto questo anno educativo [2013-2014] in due progetti di ricerca che hanno
avuto come oggetto le emozioni e i cinque sensi. L’idea di proporre ai
bambini la coltivazione di un piccolo orto nel giardino della scuola ha
per noi diversi significati che si intrecciano in questi due percorsi.
Osservare e toccare i semi, travasarli, piantarli ed annaffiarli,
travasare e manipolare la terra, lavorarla con le palette, estirpare
erbacce, cercare i sassi nel terreno e toglierli, trapiantare,
annaffiare, osservare la trasformazione che da un seme porta ad una
piantina e poi ad un ortaggio, raccogliere, annusare, assaggiare. Ognuna
di queste azioni ed esperienze porta con se momenti ricchi di
discussioni, confronti, suggestioni, rielaborazioni tra i bambini e con
le insegnanti.
Crediamo che il contatto profondo e diretto con la terra e suoi
prodotti sia per i bambini un’occasione importante per mantenere vivo il
legame con la natura e ricollocare le proprie esperienze quotidiane in
una visione ecologica.
Inizialmente si era pensato di coinvolgere nel percorso un gruppo
di 6/8 bambini che già aveva preso parte alle esperienze condotte
durante questi mesi intorno ai 5 sensi, in quanto la progettazione, la
realizzazione e la cura dell’orto sembravano inserirsi in maniera
naturale nel loro percorso, andando a sollecitare un approccio di
scoperta fisica e multisensoriale degli scenari e dei contesti.
L’orto rappresenta infatti un ambiente che prestandosi ad essere
vissuto quotidianamente dai bambini consente loro di esplorare, nel
tempo, trasformazioni e variazioni olfattive, cromatiche e materiche.
Durante le prime fasi del progetto abbiamo invece pensato che
fosse giusto innanzitutto dare la possibilità anche ad altri gruppi di
bambini di potersi approcciare al contatto con la terra. Inoltre,
riflettendo sulle sollecitazioni emotive che possono essere vissute in
prima persona dai bambini negli atti del lavorare insieme, manipolare la
terra, prendersi cura di una piccola pianta, veder nascere e crescere
qualcosa, raccogliere i frutti del proprio lavoro e del proprio impegno,
abbiamo pensato di coinvolgere anche il gruppo dei più grandicelli, che
durante l’anno ha condotto un percorso di ricerca sulla
rappresentazione e la rielaborazione di emozioni e sentimenti.
In questo scenario ha iniziato a prendere forma in queste ultime
settimane la tanto attesa progettazione e realizzazione del nostro
piccolo orto, che ha visto i bambini coinvolti e protagonisti in ogni
fase.
I bambini immaginano l’orto come un luogo vivo che comunica
emozioni e sensazioni grazie ad un linguaggio di colori e profumi, e
come un luogo che accoglie non solo le piante e i semi ma anche insetti e
piccoli animali. Dalla progettazione dell’orto è nata una composizione
visiva e verbale che ha saputo coniugare gli aspetti pratici con
l’attenzione estetica che pervade sempre le idee dei bambini.
I bambini hanno risposto subito con entusiasmo al progetto,
manifestando l’interesse e il desiderio di seguirlo nelle diverse fasi
oltre ad uno profondo rispetto verso il lavoro proprio ed altrui e verso
le diverse forme di vita, animali e vegetali, incontrate
quotidianamente nelle loro attività. Già dopo le primissime settimane di
attività dimostrano di aver interiorizzato le pratiche necessarie alla
cura delle sementi e delle piantine, e richiedono di potersene occupare
in autonomia.
L’incontro con Coltivando, orto conviviale al Politecnico, è
stato determinante nello sviluppo e nella realizzazione del progetto.
Dapprima l’ascolto attento di quelle che erano semplici idee e
l’immediato interesse che l’associazione ci ha dimostrato attraverso la
sua “inviata” Rossella sono stati per noi la spinta decisiva verso la
concretizzazione del progetto.
Al supporto morale si è poi affiancato quello materiale,
attraverso il prestito degli strumenti, la condivisione delle idee, le
visite per seguire il lavoro, il regalo di preziosissimi semi e
piantine. Si affianca a questo importante lavoro di supporto anche la
rielaborazione della nostra esperienza in chiave tecnica, che ci
permette di rileggere e rivedere il nostro cammino da punto di vista
diverso, e soprattutto ci permette di comunicare e rendere visibile
questa speciale esperienza anche al di fuori delle mura del nostro nido e
del nostro giardino negli articoli del blog di Coltivando.
Ilaria De Paoli
dal blog di Coltivando
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