- “complessivamente il livello di istruzione è aumentato, specie per le donne” (nel 2012 il 62% dei nuovi laureati è di sesso femminile, rispetto a una percentuale di donne laureate del 56% nel 2000)
- “la qualità dell’istruzione di base sta migliorando costantemente”, anche se nonostante i recenti miglioramenti registrati, il livello medio di competenze in comprensione dei testi scritti (lettura) e matematiche in Italia resta basso rispetto ad altri Paesi.
Ma le difficoltà dei giovani nel trovare lavoro fanno diminuire la motivazione dei giovani italiani nei confronti dell'istruzione. E’ infatti in costante aumento la percentuale dei 15-29enni senza attività lavorativa e che sono usciti dal sistema di istruzione (i cosiddetti NEET – Neither employed nor in education or training). Insomma, perché studiare se poi non riesco a trovare lavoro?
Il rapporto non manca di sottolineare che “tra i 34 Paesi esaminati con dati disponibili, l’Italia è il solo Paese che registra una diminuzione della spesa pubblica per le istituzioni scolastiche tra il 2000 e il 2011, ed è il Paese con la riduzione più marcata (5%) del volume degli investimenti pubblici tra il 2000 e il 2011”. Con l’avvento della crisi economica, proprio nel momento in cui tutti gli altri paesi hanno investito sulla conoscenza (+25% la Germania, +41% la Finlandia, con una media Ocse del 38%), il nostro paese ha tagliato la spesa del 3%.
Le spese in conto capitale (edilizia scolastica, acquisto di nuove attrezzature, ecc.) rappresentavano nel 2011 solo il 3,7% del totale della spesa per le istituzioni della scuola primaria, secondaria e post secondaria non terziaria, uno dei livelli più bassi tra i Paesi dell’OCSE.
Nel 2012 il 62% dei professori aveva più di 50 anni (48% nel 2002). È la più alta percentuale di insegnanti over 50 dei paesi Ocse. Il salario medio degli insegnanti della scuola primaria e secondaria inferiore è diminuito (in termini reali) del 2% tra il 2008 e il 2012. Le retribuzioni degli insegnanti con 15 anni di esperienza sono diminuite del 4,5% tra il 2005 e il 2012 per tutti i livelli d’insegnamento. Nonostante malpagati, i docenti hanno tuttavia continuato a lavorare con profitto (considerato l’aumento della qualità dell’istruzione di base) in classi sempre più numerose («pollaio»).
Secondo il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini “il Rapporto del governo ‘La buona scuola’ offre risposte concrete ai dati diffusi oggi dall’Ocse” [il comunicato del MIUR] poiché pone la scuola al centro dell’azione del governo. Quanto agli insegnanti, “il nostro piano - conclude Giannini - abolisce il precariato, immette nella scuola insegnanti che hanno in media 40 anni e apre le porte ai giovani neo abilitati con assunzioni per concorso. Questa è la nostra risposta”. Anche se, aggiungiamo, non si sa dove troverà i 4,1 miliardi di euro necessari.
Il rapporto OCSE “Uno sguardo sull’Istruzione 2014 – Italia” [clicca qui]
“Uno sguardo sull’istruzione 2014 – Indicatori dell’OCSE – Sintesi in italiano” [clicca qui]
Il rapporto completo Education at a Glance 2014: OECD Indicators (in inglese) [clicca qui]Rassegna Stampa:
- Gli occhiali da sole dell'OCSE, Guseppe De Nicolao, il manifesto, 9.9.2014 [clicca qui]
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