"I nostri studenti che "vanno male"
(studenti ritenuti senza avvenire) non vengono mai soli a scuola. In
classe entra una cipolla: svariati strati di magone, paura,
preoccupazione, rancore, rabbia, desideri insoddisfatti, rinunce
furibonde accumulati su un substrato di passato disonorevole, di
presente minaccioso, di futuro precluso. Guardateli, ecco che arrivano,
il corpo in divenire e la famiglia nello zaino. La lezione può
cominciare solo dopo che hanno posato il fardello e pelato la cipolla.
Difficile spiegarlo, ma spesso basta solo uno sguardo, una frase
benevola, la parola di un adulto, fiduciosa, chiara ed equilibrata per
dissolvere quei magoni, alleviare quegli animi, collocarli in un
presente rigorosamente inficativo.
Naturalmente il beneficio sarà
provvisorio, la cipolla si ricomporrà all'uscita e forse domani
bisognerà ricominciare daccapo. Ma insegnare è proprio questo:
ricominciare fino a scomparire come professori. Se non riusciamo a
collocare i nostri studenti nell'indicativo presente della nostra
lezione, se il nostro sapere e il piacere di servirsene non
attecchiscono su quei ragazzini e quelle ragazzine, nel senso botanico,
la loro esistenza vacillerà sopra vuoti infiniti. Certo, non saremo gli
unici a scavare quei cunicoli a non riuscire a colmarli, ma quelle donne
e quegli uomini avranno comunque passato uno o più anni della loro
giovinezza seduti di fronte a noi. E non è poco un anno di scuola andato
in malora: è l'eternità in un barattolo"
Daniel Pennac, Diario di scuola, Feltrinelli, 2008
Il brano di Daniel Pennac letto da Giuseppe Battiston: il video
2 commenti:
bellissimo!
Bisognerebbe farne un ingrandimento ed appenderlo in tutte le classi di tutte le scuole.
Durante la mia carriera scolastica e quella di entrambi i miei figli, ho incontrato molti insegnanti e professori straordinari, purtroppo anche moltissimi che hanno proprio sbagliato mestiere...perchè non si tratta di un impiego qualunque, ma di una missione.
Laura
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