Non se lo sono dette due volte. Appena è circolata la notizia dello sgombero imminente del campo rom del quartiere Cornigliano, a Genova, le maestre della scuola elementare si sono mobilitate.
Prima hanno scritto una lettera al sindaco e al prefetto di Genova, per porre una domanda molto semplice: "Quando si sgombera un campo rom, che fine fanno i bambini che si erano integrati nel quartiere frequentando la nostra scuola?"
E stamattina
hanno manifestato per opporsi con forza a uno sgombero senza alternative
e per ribadire che le istituzioni devono tutelare il diritto dei
bambini a studiare.
La lettera
delle insegnanti dell'Istituto Comprensivo di Cornigliano ha riscosso
l'adesione di tanti genovesi e ha avuto larga eco anche sulla stampa. Il
quotidiano "Il Secolo XIX" l'ha pubblicata per intero. Lo facciamo anche noi:
«Da tempo le
scuole di Cornigliano accolgono bambini del campo rom sito dietro Villa
Bombrini e tante insegnanti si sono recate negli anni in quel luogo
spesso dimenticato. L’8 febbraio scorso un gruppo di maestre della
scuola Ferrero di Cornigliano accompagnate dalle volontarie della scuola
della pace della Comunità di Sant’Egidio sono andate in quel campo rom…
il campo “abusivo”.Una ventina di roulotte dismesse, abiti stesi ad
asciugare, lamiere e tanti esseri umani...
Uomini, donne, anziani ma
soprattutto tanti bambini e bambine della scuola che ci hanno preso la
mano e ci hanno letteralmente trascinato nella “loro casa” per farci
stare al caldo, per raccontarci qualcosa. In quell’occasione
abbiamo appreso che presto quel campo sarebbe stato sgomberato.
Sgomberato perché abusivo, perché scomodo, malvisto, additato, sporco,
perché rom....
Ma quando si sgombera un campo rom, che fine fanno i bambini che
si erano integrati nel quartiere frequentando la nostra scuola? Tutto
l’investimento educativo di noi insegnanti dove va a finire? E quello
dei loro genitori che si sono impegnati a mandarceli tutti i giorni
mostrando di rispettare le regole dello Stato e di sognare un futuro
diverso almeno per i loro figli? Allontanandoli con la forza dal campo
senza offrire alternativa alcuna “umanamente accettabile” semplicemente significa distruggere tutto il rapporto di fiducia costruito in anni.
Significa abbandonare quei bambini che continuando a frequentare la
scuola avrebbero potuto avere un futuro diverso ed ora sono condannati
ad un destino già segnato e senza nessuna possibilità di riscatto.
Quali saranno i pensieri dei “nostri” bambini? Che
cosa proveranno nei confronti delle Istituzioni che li hanno sgomberati
ossia allontanati dalle loro maestre/i, professori/professoresse, dai
loro compagni, dalla loro scuola? Come si sentiranno nella nuova
condizione di “senzatetto”?...
“L’obiettivo
principale della scuola è quello di creare uomini che sono capaci di
fare cose nuove, e non semplicemente ripetere quello che altre
generazioni hanno fatto” (Jean Piaget)».
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