«Spacchioso».
Mai sentita questa parola? Probabilmente no, a meno che non siate di
Catania o
vi chiamiate Saro, o non siate un suo compagno di classe o la sua
maestra. In una scuola elementare di Bergamo da oggi questo termine –
usato da un bambino di terza elementare – ha assunto un valore molto
speciale, visto che l’Accademia della Crusca l’ha valutato
«bello e chiaro» rispondendo con una lettera al parere richiesto dalla
maestra e dall’alunno. Tutto è nato da un lavoro sugli aggettivi. Il
piccolo ha utilizzato la parola come aggettivo per descrivere suo padre.
La maestra bergamasca dalla nascita, incuriosita
e divertita, ha deciso di inviare questa parola all’Accademia della
Crusca per una valutazione, e la Crusca ha risposto.
«Quando
ho letto il compito ho segnato errore — racconta la maestra — ma
aggiungendo accanto
al cerchio rosso che si trattava di un errore bello. La parola mi
convinceva, perciò mi è venuta l’idea di chiedere il parere della Crusca
che ha risposto dopo tre settimane.».
Immediata anche la risposta del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, che ha cinguettato:
«Bravo Matteo. La lingua è creatività e luogo di libertà e tu si spacchiusu».
E
spacchiusu è anche chi ci legge, aggiungiamo noi …
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