Si
parte, finalmente. Dopo mesi di dibattito, i quattro quesiti del
referendum abrogativo contro la “Buona Scuola” di Renzi sono stati
definiti. La raccolta delle firme, prevista dal
mese di aprile 2016, è promossa da Comitato nazionale di sostegno alla
LIP per una buona scuola per la Repubblica, Flc-Cgil, Cobas, Gilda,
Unicobas, USB, SGB, CUB, Il sindacato è un’altra cosa (area congressuale
Flc-CGIL), UdS, Link, Coordinamento nazionale
scuola della Costituzione, Associazione nazionale per la Scuola della
Repubblica, Adam, Adida, AND, Mida, Retescuole, Cesp, Illumin’Italia.
Sabato
27 febbraio 2016 la riunione di insediamento del Comitato Promotore
costituito a Napoli nell’assemblea del 7 febbraio ha sciolto
definitivamente le riserve residue su due dei
quesiti – Comitato di valutazione e Alternanza scuola lavoro– e ha dato
il via – dal punto di vista dell’organizzazione – al percorso che si
propone di abolire alcune delle parti più pericolose della legge 107 e,
al contempo, di concentrare nuovamente l’attenzione
del Paese sulla cosiddetta Buona Scuola, che tanti problemi sta creando
al sistema scolastico, ribadendo il proprio fiero contrasto alla
visione aziendalista che la nuova legge accoglie.
In
attesa che i costituzionalisti che hanno lavorato al comitato tecnico
scientifico formulino definitivamente i quesiti che verranno depositati
in Cassazione e stampati sui moduli
per la raccolta delle firme, ne segnaliamo i contenuti:
-
School bonus:
si chiederà di cancellare un beneficio di fatto riservato alle scuole
private: le erogazioni liberali non dovranno
più essere riservate alle singole scuole, ma all’intero sistema
scolastico, scongiurando così anche la possibilità che le scuole private
sfruttino tali meccanismi per eludere le tasse su una parte delle
rette.
-
Poteri del dirigente scolastico: formulazione che abroghi la chiamata diretta degli insegnanti da parte del dirigente scolastico
sugli ambiti territoriali per incarichi solo triennali.
-
Alternanza scuola-lavoro: abrogazione dell’obbligo di 200 ore nei licei e 400 ore nei tecnico-professionale, lasciando le
scuole libere di organizzare tali attività come hanno sempre fatto;
-
Valutazione del merito da parte del dirigente scolastico:
abrogazione parziale dei relativi commi, allo scopo di ripristinare
le funzioni precedenti del comitato di valutazione secondo il T.U. (Dl
297/94) e attribuzione del fondo per la valorizzazione dei docenti alla
contrattazione.
Si
tratta soprattutto di rilanciare un nuovo modello sociale per
contrastare quello che il Governo Renzi ha affermato a colpi di voto di
fiducia nelle principali zone di espressione
dell’interesse generale: ambiente, diritti, scuola, democrazia.
Affinché
la parola ritorni ai cittadini, il referendum contro la 107 si
collocherà perciò in una campagna allargata e plurale, che verrà
lanciata da un’assemblea nazionale il
13 marzo 2016,
a Roma: oltre ai quesiti sulla scuola, uno per fermare gli incentivi
alla privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali; uno per
cambiare le politiche ambientali, a partire dallo stop definitivo alle
trivellazioni petrolifere in terra e in mare,
opzione “trivelle zero”.
Referendum
comuni capaci di rafforzare la mobilitazione sociale che in questi anni
ciascun movimento e soggetto sociale, con la propria autonomia e i
propri percorsi, ha portato avanti.
Referendum
comuni capaci di estendere la sensibilizzazione e il coinvolgimento
diretto delle persone, e di disegnare un altro modello sociale,
riaprendo la strada alla speranza di
un futuro diverso per tutte e per tutti.
La
cornice è quella del contrasto all’attacco frontale alla democrazia,
che vede –dal referendum confermativo ai due quesiti sull’Italicum – la
necessità di dire no al disegno autoritario
del governo, che rafforza il potere esecutivo in palese violazione dei
principi fondamentali della Carta Costituzionale e della Repubblica.
28 febbraio 2016
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