Nella lettura di oggi si parla di una classe di bambini simile alla nostra. Mi dite le somiglianze…
«Una somiglianza è che è una classe di bambini e bambine come noi». «È una classe di bambini che si chiamano in modo diverso, come noi. Anche se da noi ci sono due Sofia». «Perché anche loro vanno a scuola». «Poi nella classe ci sono dei bambini col colore della pelle e anche gli occhi un po’ diversi. Anche gli occhi». «Perché in quella classe ci sono dei bambini e delle bambine che non sono italiani». «È vero, hanno la pelle nera o anche giallina». «Anche da noi ci sono dei bambini che hanno i genitori che sono nati fuori dall’Italia, ma noi bambini siamo tutti nati in Italia». «Avevano anche i capelli diversi». «Da noi abbiamo dei bambini internazionali e anche lì in quella classe c’erano bambini internazionali».
Nella lettura si diceva che è più bello avere amici di tanti colori invece che amici tutti uguali, tutti nati nello stesso Paese… Voi cosa ne pensate?
«Anche a me piace di più avere degli amici un po’ diversi perché se poi siamo tutti uguali, sempre tutti uguali, alla fine è un po’ noioso». «Se hai amici che vengono da paesi diversi, da paesi lontani, hai una classe più internazionale. Come le squadre di calcio più forti». «Poi se hai amici diversi ti sembra che anche se sei sempre fermo a scuola, un po’ stai viaggiando per il mondo ed è bellissimo». «Anche a me piace avere degli amici maschi e femmine di tutti i colori perché si fanno dei giochi più divertenti. Basta però che non vogliono sempre comandare loro». «A me piace di più se siamo a giocare solo noi femmine, senza altri bambini». «Però noi abitiamo tutti nello stesso paese, maestro. Perciò siamo diversi ma un po’ siamo uguali». «E’ bello avere amici di tanti paesi perché ti possono raccontare delle curiosità dei loro paesi, delle favole diverse, delle religioni, dei giochi”. “Io da grande voglio andare a vivere in tutti i paesi del mondo, se riesco».
Ci sono anche difficoltà a vivere insieme a bambini che vengono da Paesi diversi? Con delle abitudini diverse?
«Forse, se lui non è nato qui in Italia e non ha fatto l’asilo qui, lui non parla italiano. Allora bisogna insegnargli a parlare italiano». «Forse non sa i nostri giochi allora bisogna fargli vedere come si gioca a lupo-ghiaccio». «Per me, se lui è intelligente, non ci sono problemi perché lui è un bambino come tutti gli altri e perciò impara tutto subito». «Anche per me non ci sono problemi perché poi i suoi amici lo aiutano». «Forse lui è monello, non so… Perché se lui è monello ci sono dei problemi». «Forse lui è povero e allora bisogna comprargli i quaderni e le matite, ma non costano molto». «Per me non ci sono problemi perché lui vuole stare con noi». «Anche nella nostra classe ci sono dei bambini che sono nati qui in Italia e i loro genitori no, i suoi genitori sono nati in Africa, in Egitto, in India, a Salerno, ma anche loro sono intelligenti». «Io ho visto che i bambini indiani hanno un sacchettino sulla testa dove ci mettono dentro i capelli perché loro, gli indiani, si fanno crescere i capelli lunghi anche se sono dei maschi. Però si vergognano un po’ che sono così lunghi. Per questo, mi sembra, li nascondono nel sacchettino». «Per me tra bambini non ci sono difficoltà se tutti rispettano le regole del calcio e sanno giocare bene a calcio».
E per le maestre ci sono dei problemi?
«Forse un po’ perché devono insegnare a un bambini che non sa parlare in italiano come si scrive in italiano e per lui, per quel bambino o quella bambina che non sanno parlare, è più difficile anche scrivere».
(Giuseppe Caliceti, il manifesto, 11 giugno 2015)
«Una somiglianza è che è una classe di bambini e bambine come noi». «È una classe di bambini che si chiamano in modo diverso, come noi. Anche se da noi ci sono due Sofia». «Perché anche loro vanno a scuola». «Poi nella classe ci sono dei bambini col colore della pelle e anche gli occhi un po’ diversi. Anche gli occhi». «Perché in quella classe ci sono dei bambini e delle bambine che non sono italiani». «È vero, hanno la pelle nera o anche giallina». «Anche da noi ci sono dei bambini che hanno i genitori che sono nati fuori dall’Italia, ma noi bambini siamo tutti nati in Italia». «Avevano anche i capelli diversi». «Da noi abbiamo dei bambini internazionali e anche lì in quella classe c’erano bambini internazionali».
Nella lettura si diceva che è più bello avere amici di tanti colori invece che amici tutti uguali, tutti nati nello stesso Paese… Voi cosa ne pensate?
«Anche a me piace di più avere degli amici un po’ diversi perché se poi siamo tutti uguali, sempre tutti uguali, alla fine è un po’ noioso». «Se hai amici che vengono da paesi diversi, da paesi lontani, hai una classe più internazionale. Come le squadre di calcio più forti». «Poi se hai amici diversi ti sembra che anche se sei sempre fermo a scuola, un po’ stai viaggiando per il mondo ed è bellissimo». «Anche a me piace avere degli amici maschi e femmine di tutti i colori perché si fanno dei giochi più divertenti. Basta però che non vogliono sempre comandare loro». «A me piace di più se siamo a giocare solo noi femmine, senza altri bambini». «Però noi abitiamo tutti nello stesso paese, maestro. Perciò siamo diversi ma un po’ siamo uguali». «E’ bello avere amici di tanti paesi perché ti possono raccontare delle curiosità dei loro paesi, delle favole diverse, delle religioni, dei giochi”. “Io da grande voglio andare a vivere in tutti i paesi del mondo, se riesco».
Ci sono anche difficoltà a vivere insieme a bambini che vengono da Paesi diversi? Con delle abitudini diverse?
«Forse, se lui non è nato qui in Italia e non ha fatto l’asilo qui, lui non parla italiano. Allora bisogna insegnargli a parlare italiano». «Forse non sa i nostri giochi allora bisogna fargli vedere come si gioca a lupo-ghiaccio». «Per me, se lui è intelligente, non ci sono problemi perché lui è un bambino come tutti gli altri e perciò impara tutto subito». «Anche per me non ci sono problemi perché poi i suoi amici lo aiutano». «Forse lui è monello, non so… Perché se lui è monello ci sono dei problemi». «Forse lui è povero e allora bisogna comprargli i quaderni e le matite, ma non costano molto». «Per me non ci sono problemi perché lui vuole stare con noi». «Anche nella nostra classe ci sono dei bambini che sono nati qui in Italia e i loro genitori no, i suoi genitori sono nati in Africa, in Egitto, in India, a Salerno, ma anche loro sono intelligenti». «Io ho visto che i bambini indiani hanno un sacchettino sulla testa dove ci mettono dentro i capelli perché loro, gli indiani, si fanno crescere i capelli lunghi anche se sono dei maschi. Però si vergognano un po’ che sono così lunghi. Per questo, mi sembra, li nascondono nel sacchettino». «Per me tra bambini non ci sono difficoltà se tutti rispettano le regole del calcio e sanno giocare bene a calcio».
E per le maestre ci sono dei problemi?
«Forse un po’ perché devono insegnare a un bambini che non sa parlare in italiano come si scrive in italiano e per lui, per quel bambino o quella bambina che non sanno parlare, è più difficile anche scrivere».
(Giuseppe Caliceti, il manifesto, 11 giugno 2015)
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