Ma non è tutto: "essendo la scuola italiana laica ed indifferente al credo professato dagli allievi e dalle loro famiglie", la circolare vieta "l’ostentazione e l’esibizione, specialmente se imposta, dei segni esteriori della propria confessione religiosa, anche perchè essa [...] può essere colta come una provocazione, e suscitare reazioni di ostracismo, disprezzo o rifiuto" negli studenti.
Pertanto alle ragazze mussulmane che frequentano l'istituto non sarà permesso indossare il "fazzoletto o velo che copre talvolta i capelli e parte del viso" poiché questo indumento mira a "sottolineare e rivendicare la diversità, con l’unico risultato di provocare per reazione l’ostilità dei compagni".
Insomma, il velo può generare razzismo e pertanto lo si vieta.
Immediata la reazione dell'USR Friuli Venezia Giulia. Pietro Biasiol, dirigente vicario dell’Ufficio
scolastico regionale, con la circolare «Forme di espressione della libertà religiosa nelle scuole del Friuli Venezia Giulia» del 16 febbraio indirizzata a tutte le scuole (anche quelle paritari) della regione, ha stroncato l'iniziativa del Dirigente dell'istituto di Cervignano: "[...] giova ricordare che dette restrizioni
possono essere unicamente quelle previste dalla legge, che si rendano
necessarie per la tutela della sicurezza pubblica, dell’ordine pubblico,
della morale pubblica o degli altrui diritti e libertà fondamentali. Non
appare sussistano ragioni per opporsi, in generale, all’uso di segni di
espressione della propria appartenenza culturale e religiosa che non si
pongano in contrasto con l’ordinato svolgimento dell’attività didattica
e con il regolare funzionamento della vita scolastica".
- La circolare del Dirigente dell'Istituto "Malignani" di Cervignano del Friuli: [clicca qui]
- La circolare dell'USR Friuli Venezia Giulia: [clicca qui]
- La circolare dell'USR Friuli Venezia Giulia: [clicca qui]
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