15 feb 2014

iI bambini ci parlano: la scuola è gratis (di g. caliceti)

Cosa è la scuola? «La mia scuola è un posto tran­quillo dove si impara, si vive in gruppo e si sta bene. Men­tre si impara ci si diverte». «La scuola è l’unica casa dove ci sono più bam­bini che adulti». «Vicino alla can­cel­lata dove c’è il cam­pa­nello della scuola, non c’è il nome di una sola per­sona come nei cam­pa­nelli delle case nor­mali. Insomma, nes­suno può dire: “La mia scuola è mia!”. «Per­chè è vero, la scuola è anche sua, ma non solo sua. E’ anche di tutti gli altri bam­bini che vanno a scuola. Per que­sto è più grande di una casa nor­male!» «Però nes­suno può abi­tarci come se quella fosse casa sua». «Se un bam­bino vuole por­tarsi a casa una lava­gna, non può farlo per­chè anche le lava­gne e tutte le cose che ci sono den­tro la scuola sono di tutti i bambini». 
Par­liamo del giar­dino della scuola…  
«Attorno alla scuola di solito ci sono il cor­tile e il giar­dino della scuola. Tutti devono tenere puliti il cor­tile e il giar­dino della scuola». «Nel cor­tile della nostra scuola, in un angolo, abbiamo il nostro orto». «A scuola, tranne i primi giorni di scuola nella Prima classe, i geni­tori degli alunni non pos­sono starci. Nep­pure le mamme. Anche per­chè loro devono andare a lavo­rare o hanno sem­pre da fare un sacco di cose». «Alla ricrea­zione, se hanno tempo, i nonni o i geni­tori degli alunni pos­sono venire a salu­tare un attimo i loro figli o nipoti». 
Entriamo nella scuola… Den­tro… 
 «Den­tro ci sono le aule e in ogni aula c’è una classe dove stanno i bam­bini della stessa età. Nella nostra scuola ci sono l’aula della classe Prima, della classe Seconda, della classe Terza, della classe Quarta e della classe Quinta». «Ci sono la sala video, la biblio­teca della scuola, l’aula dove c’è lava­gna mul­ti­me­diale inte­rat­tiva». «In altre due aule più grandi dove c’è il labo­ra­to­rio di infor­ma­tica con tutti i com­pu­ter e il labo­ra­to­rio di imma­gine dove ci sono tutti i colori e i pen­nelli». «Poi c’è la cucina, dove le cuo­che pre­pa­rano il pranzo. E vicino alla cucina c’è una grande sala mensa con tutti i tavoli e le seg­giole: lì andiamo a man­giare». «E la pale­stra!». «C’è anche un’aula che si chiama Sala Inse­gnanti. Qui vanno gli inse­gnanti quando fini­sce la lezione con i bam­bini e devono fare le riu­nioni tra di loro per deci­dere cosa faremo a scuola nei pros­simi giorni. Nella Sala Inse­gnanti c’è la mac­chi­netta del caffè». 
Si paga per andare a scuola?
 «No, i bam­bini non li paga nes­suno. Ma ci devono andare ugual­mente, a scuola». «No, la scuola è gra­tis. Per andare al cinema i bam­bini devono pagare. Per andare al circo devono pagare. Per andare a tea­tro o a un con­certo di musica devono pagare. Per andare a un corso di karatè o di pal­la­volo devono pagare. Per impa­rare come si suona uno stru­mento musi­cale devono pagare. Per fare un corso di danza o di pat­ti­nag­gio a rotelle o di cal­cio devono pagare. Per andare a scuola invece i bam­bini non devono pagare. Per­chè i loro geni­tori poi hanno già pagato le tasse». «Se la scuola non fosse gra­tis, secondo me non è pro­prio una scuola ma un’altra cosa di cui adesso non mi viene in mente il nome». «Ogni bam­bino può venire nella nostra scuola e nes­suno lo può man­dare via». 
E di voi sco­lari cosa mi dite?
 «Gli sco­lari sono i bam­bini che vanno a scuola si pos­sono chia­mare in vari modi: alunni, sco­lari, stu­denti». «Pos­sono indos­sare tutti un grem­biule: bianco, nero, blu. Pos­sono avere un fiocco al collo: blu, rosa, bianco o di un altro colore. Oppure pos­sono non indos­sare nes­sun grem­biule e vestirsi ogni giorno come vogliono». «Gli sco­lari pos­sono essere maschi o fem­mine. Alti o bassi. Magri o grassi. Sim­pa­tici o anti­pa­tici. Diver­tenti o noiosi. Bravi o meno bravi. Gen­tili o meno gen­tili. Per me, più sono diversi e meglio è per­chè si impa­rano più cose e la vita è più varia e divertente». 
(di Giuseppe Caliceti, il manifesto, 12 febbraio 2014)

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