In aula riascoltiamo la registrazione della conversazione su tutto
quello che c'è dentro al nostro corpo. Riascoltandola ci accorgiamo che
ci sono cose visibili e invisibili. Decidiamo di fare due cartelloni
distinti: uno per le cose visibili, l'altro per le invisibili.
Andiamo
nel laboratorio di immagine. Chiedo a due alunni di togliersi le scarpe
e distendersi a pancia all'aria sopra due fogli bianchi di carta da
pacchi. Con un pennarello nero segno il contorno del corpo. Divido la
classe in due gruppi. Nel primo cartellone i bambini disegnano quello
che c'è di visibile dentro la prima sagoma, nell'altro quello che c'è di
invisibile dentro la seconda sagoma. Dopo un'ora di lavoro si arriva
alla conversazione. Mi colpisce soprattutto come i bambini hanno scelto e
disegnato di collocare le cose invisibili.
Perché la paura è nella testa? Perché l'avete rappresentata così?
«La
paura è nei pensieri. Nella testa». «Ci sono pensieri che fanno paura:
abbiamo messo i fantasmini». «Poi ci sono i ricordi». «Il cervello». «La
noia».
La timidezza l'avete disegnata sulla punta delle dita
«Perché
quando uno si vergogna, trema un po'. E subito ti iniziano a tremare le
mani, la punta delle dita». «Se sei timido e ti vergogni, le mani poi
le puoi anche nascondere».
La saggezza perché è nei gomiti?
«Mi
veniva così«. «Io l'ho colorata con colori chiari perché non è come la
paura, che invece ha i colori scuri. Perché è una cosa bella. Vuole dire
che conosci tante cose, ti comporti bene».
Dio è disegnato sul petto. In basso, a sinistra. E' disegnato come un bambino
«Secondo
me doveva essere in testa perché Dio è nei pensieri». «No, va bene lì.
E' come un bambino perché per me è Gesù Bambino che è nato. E' nella
paglia, vedi?»
Avete disegnato anche l'anima: è una nuvola rotonda
dentro la nuvola del respiro, grandissima, che parte dalla bocca e va
giù verso la pancia e le gambe
«Perché l'anima sono come dei fantasmi
che stanno dentro di te». «Sì, è dentro al corpo. Poi, quando muori, va
in cielo». «La nuvola è rotonda perché il respiro è rotondo». «E' un
po' vicina anche al cuore perché per me è attaccata al cuore»
Dentro il respiro c'è anche quello scarabocchio rosso: vicino avete scritto rabbia
«La
rabbia è rossa. Non ha forma perché è fatta a caso. E' brutta, la
rabbia». «Poi può anche uscirti del fumo dalle orecchie». «Ma quelli
sono i cartoni!». «Per me la rabbia è dentro al respiro perché quando ti
arrabbi cambia il respiro. E' anche il respiro che ti fa venire la
rabbia. E' più arrabbiato anche il respiro».
La gentilezza è nella gamba, nell'inguine della gamba destra
«Perché dopo viene su fino alla faccia e ti fa sorridere». «Sì, viene su e ti consola».
La vergogna l'avete disegnata nelle due ginocchia: perché proprio lì?
«Perché
quando hai vergogna metti indietro le gambe, vai via». «Perché ti
tremano le ginocchia». «Perché hai paura di cadere e se cadi ti fai male
alle ginocchia».
Nei piedi c'è la la felicità, la pigrizia e anche l'intelligenza: perché?
«Perché sono come la voglia di correre, di giocare, si usano i piedi».
Forse l'intelligenza doveva stare nella testa? Nel cervello?
«No,
perché non è facile stare in equilibrio e devi stare sempre attento a
non cadere». «La pigrizia è nei piedi perché se cammini tanto i piedi
dopo si stancano e ti devi sedere per riposarti». «Quando sei felice hai
voglia di muoverti e poi ti stanchi e ti fermi».
(Giuseppe Caliceti, il manifesto, 6 giugno 2013)
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