19 mag 2016

il profilo del writer, criminali delle nostre città (dedicato a slav)

L'Assessorato Lavori pubblici e Arredo urbano del Comune di Milano ha pubblicato con la collaborazione di ATM-Azienda dei Trasporti di Milano, “FacciAMO bella la nostra città”, un manuale ad uso didattico rivolto agli studenti delle scuole secondarie per far conoscere la differenza tra vandalo ed artista ed informare sui rischi penali in cui i giovani possono incorrono imbrattando i muri della città senza autorizzazione.

Il testo, un “Manuale minimo di educazione civica per il contrasto del graffitismo vandalico”, rientra in un percorso che il Comune di Milano sta intraprendendo per contrastare un fenomeno che costa alle casse pubbliche parecchi milioni di euro, solo ad ATM sei all’anno per ripulire i vagoni della metropolitana. A Milano gli edifici imbrattati sarebbero 30 mila su oltre 55 mila, autori 1340 writer divisi in 350 crew (o gruppi). I quartieri della città più interessati dal fenomeno sono Lambrate, la Barona, Affori, Porta Ticinese.


Interessante il capitolo del documento che svela il profilo di questi criminali (come altro chiamarli considerate le pesanti sanzioni penali previste dal codice)?

Il writer odierno, contrariamente ai suoi colleghi degli anni settanta del secolo scorso che esprimevano puro "disagio metropolitano", cerca solo “fama e visibilità, da ottenere a ogni costo”. E’ un soggetto giovane, maschio, pochissime le ragazze: il 59% ha meno di 25 anni, nel 12% dei casi si tratta di minorenni, iniziano ad imbrattare fin dai 12 anni. Il ceto sociale è “eterogeneo”, ma la maggior parte dei soggetti sono figli di divorziati/separati (30%) e di stranieri (22%) (probabilmente alcuni anche di genitori stranieri divisi). Pare inoltre che le camerette dei soggetti incriminati risultino tappezzate di tag (firme), arrivando alla logica conclusione “che le famiglie erano a conoscenza delle attività d’imbrattamento, ma hanno preferito chiudere gli occhi”.
Inoltre il 45% dei writer è un creativo: “grafica, fotografia, tatuaggi, musica”, dato avvalorato dal fatto che il 70% hanno frequentato una scuola di carattere artistico, “nei cui locali si rilevano spesso tag e altre tracce di graffitismo”.
Il gesto del writer, viene spiegato nel libretto, se non ripulito, causa la comparsa di altri graffiti e atti vandalici e rischia di generare nella cittadinanza una "diffusa sensazione di anarchia che condurrà il quartiere o la città in una spirale autodistruttiva".
Non mettiamo in dubbio che i dati illustrati, che fanno riferimento ad un campione di 200 writer identificati dal Nucleo tutela decoro urbano della polizia, siano veri. Abbiamo forti perplessità sul fatto che siano stati riportati in un "manuale" parte di un progetto di educazione ed informazione rivolto agli studenti. Cosa si racconta ai ragazzi delle scuole quando si evidenzia, ad esempio, che i genitori dei writers sono in percentuali significative separati o stranieri?

 - il testo del manuale “FacciAMO bella la nostra città”: [clicca qui]



dedichiamo il post a Slav, Svyatoslav Naryshev, il ragazzo di 19 anni, nato in Russia, probabilmente da almeno un genitore stranierio e cittadino italiano, che la notte del 13 aprile è stato travolto e ucciso da un treno vicino la stazione Milano-Greco Pirelli mentre con un amico realizzava un murales su una parete dell’area ferroviaria

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