Riprendendo la modalità di protesta delle Madres de Plaza de Mayo dell’Argentina, tutti i giovedì, uomini e donne, migranti ed autoctoni, si ritrovano in 5 piazze italiane con in mano le fotografie di alcuni dei migranti dispersi, in particolare quelli provenienti dall’Algeria e dalla Tunisia.
Da qualche anno i genitori dei migranti dispersi nel Mediterraneo dei due paesi citati prima si sono organizzati per esigere verità e giustizia, sulla sorte dei loro cari, sia dalle autorità dei loro paesi che dai governi europei.
Le morti e le stragi sono prevedibili, se non predeterminate, perché mancano canali regolari per arrivare in Europa in sicurezza. In questo continente mass media, politici e organizzazioni internazionali parlano di queste vittime come fossero solo numeri, descrivono la tragedia col linguaggio freddo e desensibilizzante della statistica. Quasi 27 mila morti accertati negli ultimi 15 anni. Solo 2800 nel 2015. Ma in realtà a morire sono molti di più di quelli che si riesce a verificare: si calcola che circa il triplo siano gli scomparsi in mare o nel deserto. Un bollettino di guerra!
I morti a causa dei naufragi e le migliaia di dispersi lasciano un padre, una madre, una moglie, dei fratelli e sorelle, dei figli. È necessario sensibilizzare la società italiana ed Europea sulla tragedia che comporta il massacro in atto lungo le frontiere e il dolore che vivono le famiglie per la morte dei propri cari o l’angoscia per l’assenza di loro notizie.
Questa situazione sta creando, nella sponda sud del Mediterraneo, società malate di tristezza: con la morte dei loro giovani il tessuto sociale di interi villaggi si lacera; le famiglie degli scomparsi senza i corpi dei loro cari e quindi il riconoscimento ufficiale della morte, non possono neppure vedere riconosciuti diritti e sostegno dalle istituzioni.
Per questa ragione le reti antirazziste e dei migranti di Milano, Palermo, Torino, Messina e Roma hanno deciso di dare un volto a queste vittime e voce in Europa alla protesta e al dolore dei loro parenti.
Non solo i morti e i dispersi in mare devono pesare sulla coscienza di chi potrebbe fare qualcosa ma non lo fa: i governi e le istituzioni europee. Anche la tragedia dei loro parenti è un carico di coscienza con cui la “civile” Europa deve fare i conti.
Facciamo appello a tutte le organizzazioni e associazioni laiche e religiose, ai sindacati confederali e di base, alle organizzazioni politiche, al mondo delle migliaia di volontari che in questi mesi hanno fatto tanto per aiutare chi riesce ad attraversare vivo il Mediterraneo a costruire nelle proprie città la Marcia dei Nuovi Desaparecidos.
Così come è urgente accogliere i nuovi arrivati, allo stesso modo è necessario rendere visibile di chi la traversata di quel mare non è riuscito a superarla.
Vogliamo dare visibilità anche alla lotta che i parenti dei migranti morti e dispersi stanno portando avanti per avere verità e giustizia e per far comprendere alla società italiana ed europea il dolore che essi vivono.
Denunciamo la responsabilità delle politiche migratorie dei governi europei, e la complicità degli Stati del Sud del Mondo, nel causare il genocidio in atto da vent’anni alle frontiere. È loro la responsabilità politica di queste vittime!
Chiediamo l’istituzione di canali di ingresso garantito per chi scappa dalle guerre e dalla miseria.
Vi aspettiamo il giovedì a Milano, Palermo, Torino, Messina e Roma
Gli appuntamenti e i sostenitori dell'iniziativa città per città [clicca qui]
E speriamo presto in altre città ancora!
RETE MILANO SENZA FRONTIERE
Per info: milanosenzafrontiere@
PALERMO SENZA FRONTIERE
Per info: palermosenzafrontiere@
TORINO
Per info: carovanemigranti@gmail.
MESSINA SENZA FRONTIERE
Per info: Facebook: messinasenzafrontiere
ROMA SENZA FRONTIERE
Per info: romasenzafrontiere@
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