16 set 2015

piccolo blu e piccolo giallo, il primitivismo culturale degli omofobi (di natalino balasso)

Piccolo Blu e Piccolo Giallo sono due amici per la pelle. Stanno sempre insieme e, a furia di stare insieme, si mescolano e danno forma al Verde.
Questo il plot di un libro per l'infanzia scritto da Leo Lionni, diventato in breve un classico. Secondo l'amministrazione comunale di Venezia, questo libro spingerebbe i bambini a diventare in futuro stupratori e pedofili.
Quale sia la mente geniale che ha censurato i così detti "libri gender", definizione data un po' a cazzo a qualunque libro parli di diversità, di omofobia e di solidarietà, non è dato di sapere, né ci è dato sapere quale sia la commissione di supergenii che ha salvato le fragili menti degli infanti, minacciate da raccapriccianti messaggi terroristici subliminali, contenuti in libri dai titoli pericolosi come: "A caccia dell'orso" (premio Andersen 2013, il più prestigioso riconoscimento italiano ai libri per l'infanzia!), "Salverò la principessa" ed altri libri nei quali la fantasia è a ruota libera, ma i bambini sono colpiti dallo stravolgimento della realtà, a loro piace la fantasia e non è che questo rovinerà loro la vita.
Inoltre, pensare che la scuola della prima infanzia debba forgiare l'ideologia dei bambini è ottocentesco, oltre che fascista.
Ma c'è qualcosa di più pericoloso in questo pensiero: il primitivismo cerebrale di affermare che essere omosessuali significhi essere stupratori e pedofili.
Ma stiamo scherzando? Il mondo è pieno di stupratori eterosessuali! Il mondo è pieno di pedofili eterosessuali! Non è un insulto creare questo link ingiustificato? Perché attraverso l'attacco a quella che viene chiamata "ideologia gender", un'etichetta che non significa nulla, visto che ognuno la usa come gli pare, c'è un evidente attacco al "mondo omosessuale", altra etichetta insignificante, perché non esiste un mondo omosessuale come non esiste un mondo eterosessuale o bisessuale o asessuale.
I bambini, da grandi, si chiederanno che ci facesse Biancaneve tutto quel tempo in una casetta con sette nani, ma da bambini che gli frega? Gli piacciono le storie fantasiose e pretendere di farne già dei piccoli bigotti, mi sembra molto triste.
Una volta che un bambino ha imparato che con la fantasia si può immaginare qualsiasi cosa, ed è proprio l'immaginazione che rende la specie umana così speciale, non c'è censura che tenga. In effetti possiamo fargli leggere qualsiasi tipo di aberrazione, spesso riescono a fare il giro prima di noi, pensate che ai bambini fanno leggere un libro dove c'è un essere incredibile che può fare sprofondare i nemici dei suoi seguaci dentro il mare, può fargli arrivare il terremoto e anche rovinare i loro campi dalle cavallette, ma noi, che siamo i buoni, possiamo salvarci, però a questo essere incredibile piace farsi pregare e, anche se il papà e la mamma, che sono rigorosamente un maschio e una femmina, si sposano per avere e accudire i bambini, lui può fare nascere i bambini secondo regole sue. Lui è molto buono, ma dobbiamo pregarlo, se no non ci caga. È lui che ha creato questo mondo in cui ci sono le malattie, i terremoti e la morte, e l'ha fatto per noi.
Ma, a differenza dei libri per l'infanzia censurati, ai bambini viene detto che quello che è scritto in questo libro è tutto vero!
Credo che per un bambino uscito da questi racconti, Piccolo Blu e Piccolo Giallo sia una passeggiata.
Altre amministrazioni comunali prima di Venezia, avevano messo all'indice libri "pericolosi" per l'infanzia, e meno male che non si sono accorti di Lady Oscar! Nel frattempo, in famiglia, la famiglia quella vera, tanto cara alle amministrazioni bigotte, i genitori e i loro bambini mangiano con il telegiornale a tutto volume, e gl'infanti possono così imparare quanto sono stronzi gli adulti. Se la fantasia va censurata, cosa dovremmo fare con la realtà?
Natalino Balasso (dalla pagina FB di Natalino Balasso - 7.9.2015 ore 23:08)

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