14 dic 2010

book block

I primi ad opporre i classici della letteratura mondiale ai manganelli della polizia sono stati gli iscritti alla Sapienza di Roma. Poi le foto di ragazzi allineati a testuggine dietro gli “scudi letterari”, cartelloni di gommapiuma, cartone e legno con i nomi delle grandi opere letterarie, hanno fatto il giro del mondo: [leggi].

Il valore dei classici: queste le "armi" degli studenti che protestano per il loro diritto allo studio contro la riforma scolastica e i tagli alla cultura. Ci sono tanti importanti libri in prima fila nella battaglia contro l'ignoranza di un paese che non vuole più investire nella cultura.

Wu Ming ha ribattezzato questi studenti con il termine di “Book Block”.

La definizione è piaciuta, al movimento. Al punto che sul sito che cerca di coordinare i vari fronti della protesta, uniriot.org, è partita un sondaggio. Indicando titolo e autore, si può aspirare a piazzare il proprio libro in prima fila nella mobilitazione generale di martedì 14 dicembre, il giorno della fiducia al Governo.

«Per noi i book-block hanno un valore simbolico. Servono a ricordare che ormai la cultura ridotta in miseria e umiliata va protetta», spiega il dottorando di Uniriot Francesco Raparelli: «Ma hanno anche valore concreto, rappresentano la rabbia degli studenti, costretti a usare la cultura per difendersi dalle manganellate e contemporaneamente fare irruzione nei palazzi della politica».

I risultati del sondaggio sono pubblicati su uniriot.org, il network delle facoltà ribelli. Al primo posto "La volontà di sapere" (Foucault), seguono "1984" (Orwell), "Il cavaliere inesistente" (Calvino). Tra i primi 20 La Divina Commedia, Il dottor Zivago, l'Odissea ... (l'elenco completo).


Nessun commento: