Venerdì 7 ottobre 2016 proiezione in anteprima al 2. festival
Visioni dal Mondo del film “L’estate che verrà”.
“L’estate che
verrà”, un film di Claudia Cipriani, giornalista e regista milanese,
racconta la storia di un anno scolastico di alcune scuole pubbliche
italiane che cercano attraverso una rivoluzione silenziosa
un forte rinnovamento nei metodi di insegnamento e nel confronto
insegnanti-alunni. Il documentario ci fa conoscere una scuola del nord,
una del centro, e una del sud, ognuna gemellata con una stagione,
autunno, inverno e primavera, con studenti elementari,
adolescenti e adulti, ma tutte unite dalla volontà di realizzare una
scuola alternativa e sperimentale rispetto a quella tradizionale
istituzionale.
E’ il racconto di 3 scuole speciali,
3 realtà scolastiche italiane protagoniste di una rivoluzione didattica: “Ci
sono scuole che con tanta fatica stanno portando avanti una piccola
rivoluzione in primo luogo a livello didattico, ma anche a livello
sociale,
visto che il ruolo della scuola è rivisitato e reso più vivace”. Un documentario girato nella scuola pubblica perché, come spiega la regista, l’istruzione deve essere di tutti, “ed è l’unica cosa che può far sì che una persona non diventi un suddito
ma possa pensare con la propria testa”.
La prima è una scuola elementare milanese chiamata ‘Senza zaino”, perché i libri restano a scuola. Qui le lezioni iniziano nell’”agorà”, uno spazio dove, seduti su cuscini, i bambini e la maestra si danno il buongiorno, raccontano come si sentono e provano a capire insieme cosa si farà durante la giornata. Poi, c’è una scuola media a Pontenure, provincia di Piacenza, dove gli studenti seduti in gruppo su grossi pouf colorati creano testi interattivi con i tablet. Dopo, si siedono intorno a un tavolo, tra vetrini e microscopi, per la lezione di scienze, e se c’è bel tempo fanno l’ora di lettura in giardino. Al pomeriggio lavorano in classi di età mista e modellano insieme la creta o intagliano il legno. La terza scuola è un istituto agrario di Salerno, dove gli studenti lavorano la terra e studiano sui libri nel tentativo di preservare e rilanciare il proprio territorio, in una regione martoriata da ecomafie e speculazioni.
La prima è una scuola elementare milanese chiamata ‘Senza zaino”, perché i libri restano a scuola. Qui le lezioni iniziano nell’”agorà”, uno spazio dove, seduti su cuscini, i bambini e la maestra si danno il buongiorno, raccontano come si sentono e provano a capire insieme cosa si farà durante la giornata. Poi, c’è una scuola media a Pontenure, provincia di Piacenza, dove gli studenti seduti in gruppo su grossi pouf colorati creano testi interattivi con i tablet. Dopo, si siedono intorno a un tavolo, tra vetrini e microscopi, per la lezione di scienze, e se c’è bel tempo fanno l’ora di lettura in giardino. Al pomeriggio lavorano in classi di età mista e modellano insieme la creta o intagliano il legno. La terza scuola è un istituto agrario di Salerno, dove gli studenti lavorano la terra e studiano sui libri nel tentativo di preservare e rilanciare il proprio territorio, in una regione martoriata da ecomafie e speculazioni.
Appuntamento:
2. Festival Visioni dal Mondo
Unicredit Pavillon ore 21:40 – 23:15
Piazza Gae Aulenti – Milano
ingresso gratuito
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