30 nov 2015

violenza al presepe: l'ignobile sceneggiata di rozzano e altre storie

Dopo i tragici fatti parigini, politici, giornalisti, opinionisti, utenti dei social, hanno fatto a gara per ergersi a paladini della “nostra” cultura, dei “nostri” valori, della “nostra” tradizione. Tra i tanti non mancano coloro che pretendono di imporre alle scuole comportamenti ed iniziative con l’obiettivo di riscoprire, difendere, valorizzare i valori della nostra civiltà e della cristianità.
A Bologna, Ilaria Giorgetti (centrodestra), presidente del Quartiere Santo Stefano di Bologna, ha inviato una lettera a tutti i presidi delle scuole del Comune chiedendo l’esposizione del crocefisso “come forte espressione della nostra tradizione cristiana e del nostro sistema di valori” [clicca qui].
La lettera ha immediatamente innescato l’immancabile polemica. Al Sindaco di Bologna, Virginio Merola, reo di aver bocciato l’iniziativa - “È esattamente il modo peggiore di procedere, io ritengo che sia esattamente il contrario. Non è il momento di contrapporre ad un simbolo religioso l’altro, ma di prendere e ricordare il meglio della nostra istituzione comunale e della rivoluzione francese” – hanno risposto le opposizioni, Fratelli d’Italia e Lega Nord, secondo cui le parole del sindaco sarebbero inaccettabili e pericolose. Il crocefisso, a dir loro, “da sempre simbolo di valori che prescindono il sentimento religioso, rappresenta la nostra civiltà, che oggi più che mai abbiamo bisogno di riscoprire, preservare e difendere”.
A Firenze il quotidiano La Nazione ha invitato le scuole di ogni ordine e grado a realizzare in vista del Natale un presepio perché “ponte culturale tra popoli e veicolo di un messaggio universale di cui ora più che mai c’è bisogno”. Le scuole potranno postare foto e video dei presepi sul sito del quotidiano. I più belli riceveranno un riconoscimento e gli studenti potranno partecipare a un incontro di riflessione nella sede del giornale. “Presepiamoci” è lo slogan coniato. In ogni scuola, per “difendere i nostri valori”.
L’idea che lanciamo a tutte le scuole è in parte una provocazione in parte una proposta culturale - scrive il direttore del giornale - E’ una «cosa» per noi. Per quelli che non hanno vergogna delle proprie radici, che pensano ci possa essere un «domani» solo se ci sono stati un «oggi» e un «ieri», per quelli che non intendono la parola accoglienza come autodissolvenza”.
Ma l’episodio che ha avuto maggiore diffusione a livello nazionale, e che tiene banco in questi giorni, è accaduto a Rozzano, comune dell’interland sud di Milano. Il Preside Marco Parma, reggente dell’Istituto Comprensivo Garofani, avrebbe, secondo un quotidiano (Il Giorno, 27 nov 2015), cancellato la festa di Natale e rimosso dalle aule i crocefissi per non offendere i tanti studenti non cristiani. In poche ore la notizia è rimbalzata da una redazione all’altra, i commenti si sono moltiplicati, i politici si sono scatenati. Dopo i fatti di Parigi, e in clima ormai natalizio, media, politici, commentatori, opinionisti di ogni genere si sono fatti in quattro crocefiggere il dirigente scolastico. Il mantra è a senso unico e bipartisan: “la difesa della nostra civiltà, dei nostri valori”. Quale occasione migliore per alzare l’audience, cercare visibilità, fare proselitismo politico, dare un segno tangibile della propria esistenza?
Ci limitiamo a poche citazioni. Una dichiarazione istituzionale, quella del sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone che su FB scrive: “La decisione che si fregia del vanto del rispetto dell’alterità è in realtà una decisione miope, presa da chi ancora confonde l’inclusione con il quieto vivere”. Addirittura, a sostegno delle proprie tesi,  le dichiarazioni di Iman e coordinatori delle comunità islamiche (la Stampa, 29 nov 2015): “È sbagliato vietare a scuola i canti religiosi del Natale non creare imbarazzo o disagio ai genitori di bambini stranieri e alunni non cristiani”. Ed ecco, immancabile, l’opinione della signora Mariastella Gelmini, celebrata per avere sottratto in coppia con Giulio Tremonti 9 miliardi di euro alla scuola italiana: “ … saremo a Rozzano davanti all’Istituto Garofani per dire ‘no’ ad ogni tentativo di annullare la nostra identità e la nostra cultura”. Anche il movimento 5Stelle (il Dirigente era stato candidato sindaco in una lista civica appoggiata dal movimento) lo scarica, sentite Stefano Buffagni, consigliere regionale lombardo: “Cancellare le feste e impedire ai bambini di intonare i canti natalizi equivale a cancellare un pezzo della nostra cultura e delle nostre tradizioni ed è inaccettabile”. Ed infine Michele Serra, campione di scorrettezza, con un intervento che la dice lunga sul livello culturale dei nostri “intellettuali” [clicca qui].  Un campionario che potrebbe continuare, ma che per pudore e per tutelare  la sensibilità chi legge tralasciamo.
Il Dirigente, che si è anche meritato il titolo di preside pro-Islam (Libero, 28 nov 2015), è stato costretto alle dimissioni dalla reggenza. Ma come sono andate veramente le cose?
E’ vero che il preside di Rozzano ha vietato il concerto di Natale, che ha annullato la feste natalizie per rispetto degli studenti non cristiani? Che ha rimosso i crocefissi dalle pareti delle aule scolastiche?
Sul sito della scuola è stata pubblicata una circolare a firma del Dirigente [CLICCA QUI] di cui riportiamo uno stralcio: “Non esistono iniziative “cancellate” o “rinviate”. L’unico diniego che ho opposto riguarda la richiesta di due mamme che avrebbero voluto entrare a scuola nell’intervallo mensa per in-segnare canti religiosi ai bambini cristiani: cosa che continuo a considerare inopportuna”.
E per quanto riguarda i crocefissi? Non erano esposti da parecchi anni nella scuola di Rozzano, quattordici, dall’ultima tinteggiatura. Il Consiglio di Istituto aveva recentemente bocciato la proposta di ricollocarli.
Ma l’autodifesa del Preside non ci basta. Ecco un video da Facebook con cui i genitori spiegano la verità dei fatti: [clicca qui].
Di questo si tratta: il diniego a due mamme che avrebbero richiesto l’ingresso a scuola di genitori per insegnare un paio di canti religiosi ai bambini delle elementari durante la pausa mensa. Ricordiamo che il tempo mensa è tempo scuola e che le attività svolte nella pausa sono parte del piano educativo scolastico. Nessuno può arrogarsi il diritto di riempire quegli spazi come meglio crede.
Dunque la tradizione del presepe, i canti natalizi, il crocefisso vengono trasformati in strumenti di propaganda ideologica, utili per colpire di volta in volta un nemico, interno o esterno, dipende dalle circostanze. Propaganda che consente a politici-vampiro di costruire e consolidare il proprio consenso attraverso le menzogne, con il sostegno incondizionato degli organi di disinformazione. Spesso ad adoperarsi in tal senso sono coloro che facendo riferimento “ai nostri valori, alla trazione cristiana” invitano a sparare contro chi fugge da miserie e guerre, ad affondare i loro barconi, a discriminarne e ghettizzarne i figli, a sfruttarne la manodopera. Gli stessi che non abbiamo mai sentito spendere una parola ad esempio, sul commercio che consente alla nostra industria bellica di armare quei paesi, di cui si professano fedeli e rispettosi alleati, che il terrorismo lo finanziano. E poi omofobi, razzisti, giornalisti di quart’ordine, vampiri, sciacalli, vigliacchi. A tutti questi, e a chi li sostiene, indirizziamo il nostro incondizionato disprezzo.
Al Dirigente Marco Parma, invece, la nostra piena solidarietà. Le mamme citate potranno sicuramente usufruire dei locali delle parrocchie per insegnare ai ragazzini che lo desiderano i due canti religiosi.  A lui, al Dirigente, il Ministero dovrebbe indirizzare un elogio, una promozione, un ulteriore bonus di 500 euro …
Per quanto ci riguarda, l’hanno fatto tutti, vogliamo anche noi dire la nostra. Le tradizione del presepe e dell’albero, simbolo della vita fin dalla tradizione pagana, ebbene si, ci piacciono, ed anche molto. Fatichiamo a comprendere dirigenti scolastici, insegnanti, genitori che in nome di una presunta laicità ne vietano la realizzazione o sospendono le feste nelle scuole. Ed anche coloro che vietano “Tu scendi dalle stelle”. Ma non condividiamo assolutamente chi queste tradizioni le vuole imporre a tutti i costi, a difesa di una presunta civiltà dei valori.
No, del crocefisso e di ogni altro simbolo religioso ne facciamo volentieri a meno, nelle nostre scuole e in ogni edificio pubblico. Lo abbiamo ripetuto più volte. Anche nella totale assenza di studenti mussulmani, induisti, buddisti, ebrei, sikh, taoisti, scintoisti, … .

Aggiornamento: apprendiamo dalla stampa che stamane, lunedì 30 novembre 2015, esponenti di alcune forze politiche hanno dato vita ad un’operazione di sciacallaggio davanti alla scuola. A sventolare, presepi e bandiere di partito. In mattinata erano stati rimossi cartelli con insulti al Dirigente a firma di un partito che si richiama al ventennio fascista. E un dirigente di partito è stato ammesso nei locali della scuola durante le lezioni creando disagio tra gli studenti. Un'indegna pagliacciata, una vergogna senza fine. Guardate questo video: [clicca qui]

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