A scuola. «Ci sono stati i botti. Ma era una bomba. È una banda che si chiama Isi».
«Ma i morti erano veri?». «Tuta nera e fucili». I piccoli allievi di una elementare emiliana rispondono al maestro Caliceti
Qualcuno di voi alla tv ha visto per caso cosa è successo a Parigi nell’ultimo fine settimana?
«Io!
Io ho visto la partita Germania-Francia. In tv. Su Sky. Ci sono stati
i botti. Ma era una bomba. È arrivata una banda che si chiama Isi. Ha
ucciso alcuni tifosi.
I giocatori no perché erano negli spogliatoi». «Anche io. Ho visto che
alla fine della partita i tifosi, invece di andare a casa, sono rimasti
in piedi sul campo e avevano paura di andare fuori dallo stadio. Ma non
ho capito perché». «Io ho visto in tv delle
immagini su un canale che davanti a un negozio c’era il vetro crepato».
«Io pensavo che non erano morti veri. Perché certe volte in tv ci sono
molti film con dei morti. Ma mia mamma mi ha detto che non sono morti
veri, usano il sugo di pomodoro per far finta
che sono morti veri, ma non lo sono. Però mia mamma ha detto che quelli
erano veri». «Ma erano veri veramente? Neanche io pensavo che erano
morti veri!». «Mio papà mi ha detto che quello che fanno vedere alla tv
è tutto finto tranne quello che fanno vedere
al telegiornale, che quello invece è vero. Per questo non mi fa mai
vedere il telegiornale e neanche Striscia la Notizia. Però la partita
l’ho vista anche io e ho visto che loro rimanevano lì sul campo, gli
spettatori, perché li avevano chiusi dentro. Alcuni
si abbracciavano, piangevano, volevano uscire». «Ma no, non uscivano
perché se uscivano avevano paura che i ladri li ammazzavano con il mitra
e le pistole».
Ci sono altri che hanno visto alla tv le immagini di Parigi e vogliono parlarne?
«Avevano
messo delle candele e delle rose, dei fiori sulla strada, per quelli
che sono stati uccisi». «Io in tv ho sentito che dopo erano venute le
teste di cuoio,
che sono come dei poliziotti speciali e loro hanno liberato
i prigionieri e hanno ucciso i nemici». «Io ho sentito che me lo ho
detto anche mia mamma che venerdì sera c’erano tre punti invasi e sabato
mattina sei punti invasi. A Parigi, che è la capitale della
Francia». «Anche io ho visto le immagini di Parigi ma non mi va di
parlarne perché non le ho capite e non mi sono neppure piaciute». «Io ho
visto un ragazzo che si stava buttando giù da un palazzo». «Io ieri
sono andato alla partita di pallavolo di mia sorella,
qui alla palestra di Calerno. Loro, le giocatrici, le giocatrici di
tutte e due le squadre, hanno fatto un minuto di silenzio per ricordare
i morti di Parigi». «Noi a messa, cioè a catechismo, anche noi abbiamo
fatto un minuto di silenzio, ma abbiamo fatto
tanto silenzio, sempre per ricordarci quelli morti di Parigi, abbiamo
fatto una preghiera, Padre, Figlio Spirito Santo, Amen». «Abbiamo detto
il Padre Nostro». «Io invece ho visto sabato mattina o pomeriggio che in
Francia erano entrati quelli dell’Isi, con
delle pistole e dei fucili e delle bombe, erano entrati dentro un
teatro e hanno ucciso delle persone e hanno poi trascinato fuori quelli
feriti e quelli morti».
Nella
nostra classe ci sono anche dei bambini che vengono dal Marocco, dalla
Tunisia, dall’India … Loro non hanno parlato. Loro in tv non hanno visto
niente? I loro
genitori non gli hanno detto niente?
«No,
io in tv non ho visto questo, ma solo i cartoni». «Neanche io». «Mia
mamma e mio papà non mi hanno detto niente perché poi, loro, le cose da
grandi non le dicono
sempre a me, perché io sono ancora un po’ piccolo…». «No, i miei
genitori certe cose alla tv non me le fanno vedere».
Chi
sono queste persone che hanno ucciso altre persone? L’avete capito?
Avete capito perché hanno fatto questa cosa bruttissima di uccidere
altre persone?
«Io
no, non ho capito bene. Ho solo capito che erano molto cattivi perché
volevano uccidere tutti, anche i bambini» «Loro per me ci hanno ucciso
perché noi crediamo
in una religione, loro invece in un’altra». «Ma uno che crede in
un’altra religione deve uccidere gli altri, Giuseppe? Può ucciderli?».
«Loro hanno ucciso perché sono di una banda di assassini che si chiama
Isi». «Non lo so chi erano, io non ho guardato bene».
«Neanche io». «Forse li hanno ucciso perché volevano i soldi». «Perché
c’è un assassino». «Per me loro volevano uccidere tutti perché vogliono
governare tutto il mondo, cioè comandare e fare quello che vogliono».
«Loro hanno ucciso perché secondo me vogliono
invadere le città grandi, perché vogliono prendere le cose e prendere
anche tanti soldi. Tipo se uccidi tutti quelli della banca, dopo prendi
tutti i soldi della banca». «Per me loro volevano ucciderci perché
a Parigi c’erano tanti giovani al concerto e loro
volevano uccidere i giovani».
Ma chi sono quelli della banda dell’Isi?
«È
la banda di Francia». «Erano dei barboni, per me. Che non sapevano cosa
fare e non avevano niente da mangiare. Allora si sono stancati di fare
sempre l’elemosina,
anche perché nessuno gli dava mai un soldo e loro non sapevano cosa
mangiare. Allora si sono stancati di aspettare l’elemosina e hanno preso
dei fucili e hanno iniziato a sparare come dei pazzi, hanno iniziato ad
ammazzare tutti, perché poi il mondo è anche
pieno di pazzi, mio padre me lo dice sempre». «Erano dei criminali,
quelli, ma non so da dove saltavano fuori, tipo da altri Paesi, da
New-York, per esempio». «No, era della Siria, che è un Paese lontano».
«Io ieri in tv ho visto una cosa che non ho capito:
che c’erano tante macchine con degli uomini come una tuta e dei fucili
e però non ci ho capito niente». «Per me sono dei ladri che vogliono
rubarci tutto. Poi loro hanno preso anche delle persone e le tenevano
prigioniere». «Io ho capito che è scoppiata la
guerra e spero che non scoppia anche da noi perché a me non piace».
Ma secondo voi, perché scoppiano le guerre?
«Per
vendetta». «Faccio un esempio: ci sono due che vogliono qualcosa, tipo
una palla. Allora la vogliono tutti e due ma c’è una palla sola. Allora
bisticciano per
quello, perché nessuno vuole rimanere senza palla». «Per me le guerre
nascono perché ci sono le pistole e le bombe, altrimenti non si
riuscivano a fare la guerra o la facevano per finta». «Secondo me una
guerra nasce dall’invidia, perché vogliono essere tutti
più belli. O più belli o più ricchi». «Anche secondo me, perché
vogliono dei soldi». «Oppure ci sono due che vogliono comandare tutti
e due e nessuno vuole ubbidire. Tutti vogliono avere ragione. Allora
bisticciano». «La guerra sono i bisticci dei grandi.
Però sono più pericolosi perché le pistole non sono finte, non sono
giocattoli, non sono pistole con dentro l’acqua, sono vere, ma come
quelle dei cacciatori, cioè uccidono veramente. Tranne nei film che
fanno finta di morire». «Io in tv ho visto che avevano
acceso dei lumini sopra una strada come in un cimitero». «Anche io, poi
ci avevano messo anche dei fiori per i morti».
Ma chi sono quelli che sono morti? L’avete capito?
«Io sì. Erano dei Francesi perché Parigi è in Francia». «Maestro, ma Roma è più vicina o più lontana di Parigi?».
Perché, hai paura che vengono a sparare anche qui?
«Io
sì! Molto! Ho molta paura!». «Hanno ucciso delle donne e degli uomini».
«Io ho visto che erano giovani». «Però dei giocatori della Francia
e dell’altra squadra
non è morto nessuno perché loro si sono nascosti dentro gli spogliatoi,
sottoterra». «Io ho visto che è morta anche una ragazza di Venezia che
era bellissima. Lei era lì a studiare. Anzi, era andata a vedere un
concerto di musica rock».
Che sentimenti avete provato guardando la tv?
«Io
mi sono sentita un po’ male perché ho pensato che se magari domani ci
capitava a noi… Insomma, avevo paura». «Io una volta sono andato in
vacanza a Parigi con
la mia famiglia, ma per fortuna non c’era nessuna guerra». «Io ho
provato un po’ di tristezza, ma non tanto perché ho cambiato subito
canale e ho visto i cartoni animati, perché a me piacciono di più». «A
me queste cose non interessano perché sono robe da
grandi». «A me è dispiaciuto per la partita. Perché una volta sono
andato anche io allo stadio con mio papà ma dopo voglio tornare subito
a casa».(Giuseppe Caliceti, il manifesto, 18 novembre 2015)
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