Non
importa che la Buona Scuola non sia in grado di soddisfare le esigenze
della scuola italiana. Non importa, perché tutto ciò che le occorre, dai
computer ai tablet
alle lavagne elettroniche, a tutti gli annessi e connessi li fornisce
la grande distribuzione.
Il
meccanismo è semplice. Da alcune settimane le cassiere del super ci
consegnano un buono ricordandoci di consegnarlo alla segreteria della
nostra scuola. “Per i
nostri figli”, veniamo ammoniti. La Scuola li raccoglie e a scadenza
richiede, in base ai punti raccolti, la consegna dei beni. Ovviamente
più si spende, più punti si raccolgono. E ovviamente più punti, più
“regali”.
La
grande distribuzione sa cogliere perfettamente le esigenze dei
consumatori e ha ben compreso che la Scuola, al di là della retorica e
dei proclami ministeriali,
ha necessità di beni e servizi che l’amministrazione non sembra in
grado di fornire ed erogare. Anche, soprattutto, quelli essenziali. E
per questo si è attrezzata in grande stile.
Non
si tratta più dell’iniziativa spontanea di sparuti genitori che si
prodigano nella raccolta e offrono alla scuola il frutto di tanto
impegno. Oggi sono le stesse
scuole, i Dirigenti, che invitano i genitori a fare la spesa in alcuni
supermercati e a consegnare i bollini e i buoni ai referenti di plesso o
ad inserirli nei contenitori predisposti all’ingresso delle scuole. Con
o senza l’approvazione del Consiglio di
Istituto. L’invito lo abbiamo trovato nei diari dei nostri figli, lo
ritroviamo sui siti istituzionali di numerosissimi istituti (alla data
odierna Esselunga segnala che sono 6643 le scuole che hanno aderito
all’iniziativa). Quegli stessi Dirigenti che negli
ultimi dieci anni non hanno osato proferire parola quando venivano
sottratti alle scuola sette miliardi di euro, che hanno assistito
passivamente alla distruzione del tempo pieno, che non hanno osato
indignarsi, leali impiegati ministeriali, quando il Ministero
non erogava le necessarie ore di sostegno, quegli stessi Dirigenti ora
invocano impegno e devozione delle famiglie nella raccolta dei bollini.
Ci chiedono di abbandonare il mercato di zona, la panetteria sotto casa,
il salumiere della via accanto e di recarci
a fare la spesa alla Coop, all’Esselunga, al Conad. Con i loro bollini
la scuola potrà finalmente dotarsi di quegli strumenti che
l’Amministrazione lesina, impegnata ad applicare, nel diffuso silenzio
ed disinteresse di una parte non trascurabile del mondo
della Scuola, delle famiglie, della politica, i tagli previsti dalla spending
review.
Le
famiglie degli studenti diventano oggetto di campagne pubblicitarie e
di fidelizzazione. Il diritto costituzionalmente garantito
all’istruzione diventa il veicolo
per la trasformazione delle famiglie in fedeli consumatrici. Il ricatto
del contributo “volontario” non è più sufficiente per soddisfare le
esigenze primarie.
E
in effetti i cataloghi delle due catene sono ricchissimi. Non manca
nulla, dalla “confezione di forbicine creative” alla “chitarra acustica
base per principianti”,
dalla “Tv a led a 48 pollici” alla “multifunzione a colori che permette
di stampare, fotocopiare, fare scansioni ed inviare fax”, dal “set di
cuffie con microfono” allo “scheletro umano su piedistallo con ruote”.
Insomma,
tutto quello che occorre per allestire un’aula informatica, per dotare
di cancelleria la scuola, per attrezzare l’aula “intrattenimento”, di
scienze, di lingue
straniere.
Ma
quanti bollini servono per richiedere un bene in catalogo? Quanta spesa
occorre fare per elemosinare un computer per la nostra Scuola? Abbiamo
fatto una veloce
verifica confrontando due cataloghi.
All’Esselunga la cassiera consegna un buono ogni 25 euro di spesa. Per ricevere un “DELL - NOTEBOOK 15" INTEL I3 Modello Vostro 15 3558” occorrono 1200 buoni
che si ottengono con 30.000 euro di spesa. Sul sito
Dell Outlet questa macchina è acquistabile a 295 sterline (pari a circa 400 euro) iva esclusa.
Alla Coop Lombardia la cassiera consegna un bollino ogni 10 euro di spesa. Per ricevere un “ACER-Travelmate P256 i3”
occorrono 4800 bollini che si ottengono
con 48.000 eur di spesa. Sul web questa macchina è acquistabile a circa
400 euro iva inclusa (non riusciamo ad essere più precisi poiché il
catalogo non precisa il modello).
Basta un semplice calcolo per verificare che il rapporto tra il valore del prodotto e l'importo della spesa necessario per ottenere il premio è mediamente dell'1%.
Basta un semplice calcolo per verificare che il rapporto tra il valore del prodotto e l'importo della spesa necessario per ottenere il premio è mediamente dell'1%.
A
coloro che mantengono dubbi e perplessità su questo genere di
iniziative, ai disfattisti, ai vetero-moralisti, a coloro che ancora
credono che la Scuola debba essere
territorio franco dagli attacchi della pubblicità e, oseremmo dire, del
mercato, chiediamo di non consegnare alle scuole i bollini e di
conferirli nella differenziata, di verificare se l’iniziativa è stata
approvata dal Consiglio di Istituto, di richiedere
ai Dirigenti di rimuovere il materiale pubblicitario dagli ambienti
scolastici, di denunciare la volgarità dell’iniziativa. Di cambiare
supermercato.
A
coloro che invece credono nel valore dell’elemosina, vogliamo essere
d’aiuto. Consultando i cataloghi ci siamo accorti della mancanza di un
bene essenziale, di prima
necessità, che in moltissime scuole sembra introvabile: la
carta igienica. Ci piacerebbe che a partire dalla prossima
campagna Coop, Esselunga, Conad (ma non vorremmo fare torto a nessuno,
ci scusiamo con chi non abbiamo citato) aggiungano il raro bene al
proprio catalogo. Ai Dirigenti, agli insegnati, ai genitori
che credono nella buona Scuola e che tanto si stanno impegnando nella
raccolta dei bollini chiediamo di fare massa critica e di battersi per
l’integrazione di questo bene essenziale nei cataloghi del supermercato
di fiducia.
Rassegna stampa
-
Dai pastelli al computer: se le scuole vanno avanti con i punti della
spesa (la Repubblica, di Tiziana De Giorgio, 2 ottobre 2015) [clicca
qui]
- Il supermercato entra a scuola: chi ci guadagna? (Vita, di Stefano Arduini, 7 ottobre 2015) [clicca
qui]
- Supermercati per le scuole: come uccidere il fundraising facendo una bella figura. Grazie al Miur (blogfundraising.it, di Massimo Coen Cagli, 9 ottobre 2015) [clicca
qui]
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