Lo scorso 20 luglio abbiamo dato notizia della distruzione ad opera dei bulldozer dell'esercito israeliano del centro dell'infanzia "La terra dei bambini" di Gaza, costruito
dalla cooperazione italiana con anche il contributo del Comune di
Milano [clicca qui]. Realizzato nel 2011, del centro ce n'eravamo occupati nel gennaio 2014. La
costruzione era un esempio di ecosostenibilità, di architettura di pace
per l'educazione, ma soprattutto un punto di riferimento per 130 bambini in
età [clicca qui]. Apprendiamo che il 17 settembre 2014 il Parlamento italiano ha bocciato la richiesta di impegno del Governo Italiano ad
assumere un’iniziativa per chiedere alle Autorità Israeliane il
risarcimento per la distruzione del centro per l’infanzia “La Terra dei
Bambini”. L'ordine del giorno presentato dal deputato Maria Edera Spadoni era stato riformulato dal Governo che aveva proposto di togliere il riferimento al risarcimento e aggiungere le
parole: «chiedere alle autorità israeliane chiarimenti in merito ai». Il deputato, rifiutata la rifomulazione ("reputo la riformulazione semplicemente ridicola"), ha chiesto che venisse messo ai voti il testo originale, con il parere contrario del governo. Risultato: la Camera ha respinto l'ordine del giorno (su 447 votanti, 334 no e 113 si) [cfr. resoconto stenografico della seduta n. 292 di mercoledì 17 settembre 2014, pag. 12: clicca qui].
IL COMUNICATO STAMPA dell'ONG VENTO DI TERRA
23 settembre 2014
Vento di Terra accoglie con rammarico la notizia del risultato della votazione parlamentare tenutasi lo scorso 17 settembre e presentata dall’On. Spadoni, sulla richiesta di impegno del governo ad assumere, in proprio o insieme alle altre istituzioni internazionali impegnate nel progetto del Centro per l’infanzia di Um al Nasser “La Terra dei Bambini” nella Striscia di Gaza, una iniziativa per richiedere alle autorità israeliane il risarcimento dei danni prodotti dai loro bulldozer durante la recente offensiva militare denominata “Margine Sicuro”. (Seduta 292° – XVII legislatura – odg n. 9/2598-A-R/30)
La demolizione, operata con bulldozer dai militari israeliani in luglio durante l’occupazione del villaggio di Um Al Nasser ove l’Ong opera, è avvenuta in violazione della IV Convenzione di Ginevra.
Aggiungiamo alcune precisazioni.
A seguito della demolizione e dopo il ritiro della fanteria israeliana, la cisterna interrata in cemento del plesso è stata colpita da una bomba, che ha creato un cratere di 10 mt di diametro. Le rilevazioni sul luogo, eseguite dal Presidente di Vento di Terra Massimo Annibale Rossi e dallo staff locale lo scorso 28 agosto, non hanno rivelato traccia alcuna di tunnel sotto la struttura.
La “Terra dei Bambini” è stata principalmente finanziata dal Ministero degli Affari Esteri italiano, con denaro pubblico dei contribuenti ed era gestita direttamente dalla ONG stessa. L’intero staff locale e il personale espatriato possono testimoniare che non è mai avvenuto alcun contatto con le fazioni armate locali e che il sottosuolo non è mai stato interessato da scavi a scopo militare, nemmeno durante l’operazione “Margine Sicuro”.
Le Autorità Israeliane sono state informate del progetto e della sua evoluzione dal suo avvio. Ne possedevano coordinate e dettagli costruttivi, quanto conoscevano la sua funzione e il fatto che fosse gestito da una ONG italiana. La “Terra dei Bambini” era inoltre il cuore di due progetti ancora in corso e finanziati dall’Unione Europea e dal Ministero degli Affari Esteri italiano, mentre in passato aveva ricevuto contributi anche dalla Conferenza Episcopale Italiana.
La demolizione all’interno del villaggio è avvenuta tramite bulldozer, seguendo un piano selettivo, in cui oltre al Centro per l’infanzia sono stati rasi al suolo altri 100 edifici. Vento di Terra teme che non si sia trattato di un errore, ma che rappresenti un’azione mirata dell’esercito israeliano.
Il senso dell’Interpellanza era dunque chiedere conto alle Autorità Israeliane di un’azione lesiva dei diritti dei beneficiari, dell’azione della Cooperazione Italiana e non ultimo, dell’azione umanitaria internazionale e del sostegno alla popolazione di Gaza da parte del nostro Paese, la cui bandiera sventolava sul Centro.
La distruzione del Centro di Um al Nasser costituisce un precedente pericolosissimo, in quanto sancisce il fatto che Israele, o altre nazioni belligeranti, possano agire distruggendo strutture internazionali senza reazione alcuna, in particolare da parte dei Governi coinvolti e senza motivare il gesto.
Il precedente della distruzione del Centro mette inoltre ulteriormente a rischio l’attività degli operatori umanitari, che nelle strutture della cooperazione operano.
Vento di Terra chiede al Governo Italiano che venga riconsiderata l’azione di richiesta al Governo Israeliano di dar conto della distruzione della Terra dei Bambini e del relativo risarcimento.
Vento di Terra accoglie con rammarico la notizia del risultato della votazione parlamentare tenutasi lo scorso 17 settembre e presentata dall’On. Spadoni, sulla richiesta di impegno del governo ad assumere, in proprio o insieme alle altre istituzioni internazionali impegnate nel progetto del Centro per l’infanzia di Um al Nasser “La Terra dei Bambini” nella Striscia di Gaza, una iniziativa per richiedere alle autorità israeliane il risarcimento dei danni prodotti dai loro bulldozer durante la recente offensiva militare denominata “Margine Sicuro”. (Seduta 292° – XVII legislatura – odg n. 9/2598-A-R/30)
La demolizione, operata con bulldozer dai militari israeliani in luglio durante l’occupazione del villaggio di Um Al Nasser ove l’Ong opera, è avvenuta in violazione della IV Convenzione di Ginevra.
Aggiungiamo alcune precisazioni.
A seguito della demolizione e dopo il ritiro della fanteria israeliana, la cisterna interrata in cemento del plesso è stata colpita da una bomba, che ha creato un cratere di 10 mt di diametro. Le rilevazioni sul luogo, eseguite dal Presidente di Vento di Terra Massimo Annibale Rossi e dallo staff locale lo scorso 28 agosto, non hanno rivelato traccia alcuna di tunnel sotto la struttura.
La “Terra dei Bambini” è stata principalmente finanziata dal Ministero degli Affari Esteri italiano, con denaro pubblico dei contribuenti ed era gestita direttamente dalla ONG stessa. L’intero staff locale e il personale espatriato possono testimoniare che non è mai avvenuto alcun contatto con le fazioni armate locali e che il sottosuolo non è mai stato interessato da scavi a scopo militare, nemmeno durante l’operazione “Margine Sicuro”.
Le Autorità Israeliane sono state informate del progetto e della sua evoluzione dal suo avvio. Ne possedevano coordinate e dettagli costruttivi, quanto conoscevano la sua funzione e il fatto che fosse gestito da una ONG italiana. La “Terra dei Bambini” era inoltre il cuore di due progetti ancora in corso e finanziati dall’Unione Europea e dal Ministero degli Affari Esteri italiano, mentre in passato aveva ricevuto contributi anche dalla Conferenza Episcopale Italiana.
La demolizione all’interno del villaggio è avvenuta tramite bulldozer, seguendo un piano selettivo, in cui oltre al Centro per l’infanzia sono stati rasi al suolo altri 100 edifici. Vento di Terra teme che non si sia trattato di un errore, ma che rappresenti un’azione mirata dell’esercito israeliano.
Il senso dell’Interpellanza era dunque chiedere conto alle Autorità Israeliane di un’azione lesiva dei diritti dei beneficiari, dell’azione della Cooperazione Italiana e non ultimo, dell’azione umanitaria internazionale e del sostegno alla popolazione di Gaza da parte del nostro Paese, la cui bandiera sventolava sul Centro.
La distruzione del Centro di Um al Nasser costituisce un precedente pericolosissimo, in quanto sancisce il fatto che Israele, o altre nazioni belligeranti, possano agire distruggendo strutture internazionali senza reazione alcuna, in particolare da parte dei Governi coinvolti e senza motivare il gesto.
Il precedente della distruzione del Centro mette inoltre ulteriormente a rischio l’attività degli operatori umanitari, che nelle strutture della cooperazione operano.
Vento di Terra chiede al Governo Italiano che venga riconsiderata l’azione di richiesta al Governo Israeliano di dar conto della distruzione della Terra dei Bambini e del relativo risarcimento.
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