La legge di iniziativa popolare “Per una buona scuola per la Repubblica” [il testo] è stata presentata nel 2006 dopo aver raccolto ben 100.000 firme, ma i suoi contenuti sono assolutamente innovativi. Presenta
l’esito di un dibattito e di un percorso che ha coinvolto in modo
democratico migliaia di genitori, docenti e studenti di varie parti
d’Italia, che hanno avuto così l’opportunità di riflettere e condividere
un’idea di scuola composita e complessa. Un percorso articolato, lungo,
onesto e sofferto che ha visto ciascuno fare i conti con le idee e i
bisogni dell’altro, nella ricerca della migliore mediazione possibile.
In
contraddizione con gli enunciati propagandistici di tutti i Governi che
si sono succeduti, di attuare riforme condivise o "dal basso", anche
questa legge di iniziativa popolare è stata “abbandonata in un
cassetto”. Quegli stessi Governi che, ora come allora, dichiarano di
voler fare riforme condivise, ascoltando il paese, non l'hanno mai
discussa.
Molti
stanno lavorando per fare in modo che diventi davvero obbligatorio
l’esame delle leggi di iniziativa popolare da parte delle Camere,
consentendo che il loro iter presso le commissioni parlamentari possa
essere seguito direttamente dai promotori.
Ma
nel frattempo sono trascorse le due legislature entro le quali la legge
avrebbe dovuto essere discussa. La proposta più ampia e organica mai
prodotta dal mondo della scuola rischia adesso di scomparire.
Per
questo motivo il mondo della scuola lancia un appello ai parlamentari
della Repubblica affinché sottoscrivano e ripresentino a loro nome la
legge "Per una buona scuola per la Repubblica", impegnandosi a portarla
di nuovo all’attenzione del Governo e del Parlamento.
E'
un gesto di democrazia, di rispetto nei confronti del percorso che è
stato fatto, che va persino al di là della condivisione puntuale dei
contenuti di questa proposta.
Questa
legge non ha la presunzione di interpretare, nel suo contenuto, il
sentire di tutto il paese, ma vuole essere una traccia concreta e
strutturata sulla quale avviare oggi un confronto sulla scuola che
vogliamo, con la convinzione che il metodo da seguire per avviare un
cambiamento non possa che essere partecipato e condiviso.
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La legge di iniziativa popolare in pillole:
- Una scuola pubblica, laica e pluralista: capace di garantire a tutte e tutti il diritto all’istruzione
- Risorse certe ed adeguate: il 6% del Pil, perché una buona scuola è la base della democrazia e del futuro di una società
- Estensione dell’obbligo scolastico ai 18 anni
- Vivibilità delle classi e qualità della relazione educativa: non più di 22 alunni per classe e continuità didattica dei docenti
- Integrazione vera: dotazione organica aggiuntiva per il sostegno, l’alfabetizzazione, la lotta alla dispersione scolastica
- Programmi moderni, efficaci, condivisi
- Funzione docente: unicità, pari dignità, qualificazione
- Partecipazione di tutti alla gestione della scuola: rilancio ed estensione degli organi collegiali elettivi
- Autovalutazione delle scuole per un miglioramento continuo
- Un piano straordinario di edilizia scolastica
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