Ieri
mattina, a scuola, abbiamo ricevuto questa lettera. A chi è
indirizzata? «A noi». «Ai ragazzi e alle ragazze di Quinta, cioè a
noi».
Qualcuno mi legge l’indirizzo? «Ecco. C’è scritto: Scuola elementare “Italo Calvino” ponte Cantone Calerno 42049 Sant’Ilario d’Enza Reggio Emilia».
A voi chi l’ha data? «Ce l’ha consegnata la bidella perché era arrivata con i francobolli nella cassetta delle lettere della scuola». «Ce l’aveva messa il postino». «I destinatari eravamo noi, il mittente la moglie di uno dei martiri di Ponte Cantone che domenica 16 febbraio era presente insieme a noi alla commemorazione dell’eccidio davanti al monumento». «Si chiama Raffaella. E’ la moglie di Avanzi Nello. Uno dei partigiani che sono stati uccisi nel febbraio del 1945».
Bene, adesso la rileggiamo e poi la commentiamo insieme: «Cortemaggiore, 24 Febbraio. Tanta è stata l’emozione e la sorpresa trovandomi tra le mani questo piccolo e grande libro “Non siamo nati per bisticciare». Vorrei dire un grazie infinito a tutti, in particolare al Corpo insegnanti sempre presenti con i loro alunni. Un grazie di cuore. Vi porterà nel cuore. Sempre . Vorrei che il grazie arrivasse alle autorità di Calerno. Io non so se vedrò ancora Calerno, gli anni sono tanti, ma sono serena e convinta che questi poveri ragazzi non saranno dimenticati. Auguro tanto bene a tutti. Raffaella Avanzi Tacchi vedova Avanzi Nello. Scusate gli errori».
Che effetto vi ha fatto leggerla? «Era un po’ difficile da leggere perché è scritta con una grafia antica, ondulata, strana». «Poi nel foglio non c’erano neppure le righe…». «Secondo me le tremava la mano, mentre la scriveva».
Ma che sentimenti avete provato leggendola? «Io mi sono commossa perché … Perché si vede che la nostra commemorazione le era piaciuta… Cioè, piaciuta forse non è la parola giusta, ma ci siamo capiti…». «Io non pensavo che noi, mentre facevamo la recita, facevamo una cosa così importante per quella persona». «Io mi sono sentito un po’ famoso… Cioè, famoso no, ma un po’ come… Come… Insomma, io non ho mai ricevuto una lettera da uno sconosciuto». «Io ho provato un sentimento di sorpresa perché anche io non pensavo di ricevere delle lettere. Anzi, secondo me a scuola è la prima lettera che riceviamo». «Io un sentimento di soddisfazione perché dalla lettera ho capito che abbiamo fatto una cosa bella, una cosa giusta».
Quali sono le frasi che vi colpiscono di più? «A me quando scrive «vi porterò nel cuore sempre». «Io quando dice che è sicura che «quei poveri ragazzi non saranno dimenticati», cioè quei ragazzi che sono morti, i partigiani, tra cui suo marito». «Io quando augura tanto bene a tutti». «Io quando dice che non sa se vedrà ancora Calerno. Secondo me dice così perché è molto vecchia e ha paura di morire o di ammalarsi e di non poter più venire a vedere le commemorazioni che ci saranno nei prossimi anni».
Avete capito perché alla fine si è scusata degli errori? Quali errori? «Gli errori ortografici. Perché ne ha fatto uno o due. Io però… Io però mi sono commosso anche quando ho visto gli errori, maestro. Lo sai perché? Perché lei forse non ha studiato molto. O forse è molto anziana e non si ricorda più bene come si scrive e insomma…». «Anche io mi sono commossa per gli errori perché poi dalla grafia, qui, si vede che lei non scrive da tanto tempo, non scrive benissimo, però ha voluto scriverci ugualmente e a me questa cosa che ha fatto fatica a scriverci ma ha voluto scriverci ugualmente è stata una cosa molto bella, molto importante, perché si vede che voleva proprio farlo, voleva proprio scriverci questa lettera». (Giuseppe Caliceti, il manifesto, 23 aprile 2014)
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Qualcuno mi legge l’indirizzo? «Ecco. C’è scritto: Scuola elementare “Italo Calvino” ponte Cantone Calerno 42049 Sant’Ilario d’Enza Reggio Emilia».
A voi chi l’ha data? «Ce l’ha consegnata la bidella perché era arrivata con i francobolli nella cassetta delle lettere della scuola». «Ce l’aveva messa il postino». «I destinatari eravamo noi, il mittente la moglie di uno dei martiri di Ponte Cantone che domenica 16 febbraio era presente insieme a noi alla commemorazione dell’eccidio davanti al monumento». «Si chiama Raffaella. E’ la moglie di Avanzi Nello. Uno dei partigiani che sono stati uccisi nel febbraio del 1945».
Bene, adesso la rileggiamo e poi la commentiamo insieme: «Cortemaggiore, 24 Febbraio. Tanta è stata l’emozione e la sorpresa trovandomi tra le mani questo piccolo e grande libro “Non siamo nati per bisticciare». Vorrei dire un grazie infinito a tutti, in particolare al Corpo insegnanti sempre presenti con i loro alunni. Un grazie di cuore. Vi porterà nel cuore. Sempre . Vorrei che il grazie arrivasse alle autorità di Calerno. Io non so se vedrò ancora Calerno, gli anni sono tanti, ma sono serena e convinta che questi poveri ragazzi non saranno dimenticati. Auguro tanto bene a tutti. Raffaella Avanzi Tacchi vedova Avanzi Nello. Scusate gli errori».
Che effetto vi ha fatto leggerla? «Era un po’ difficile da leggere perché è scritta con una grafia antica, ondulata, strana». «Poi nel foglio non c’erano neppure le righe…». «Secondo me le tremava la mano, mentre la scriveva».
Ma che sentimenti avete provato leggendola? «Io mi sono commossa perché … Perché si vede che la nostra commemorazione le era piaciuta… Cioè, piaciuta forse non è la parola giusta, ma ci siamo capiti…». «Io non pensavo che noi, mentre facevamo la recita, facevamo una cosa così importante per quella persona». «Io mi sono sentito un po’ famoso… Cioè, famoso no, ma un po’ come… Come… Insomma, io non ho mai ricevuto una lettera da uno sconosciuto». «Io ho provato un sentimento di sorpresa perché anche io non pensavo di ricevere delle lettere. Anzi, secondo me a scuola è la prima lettera che riceviamo». «Io un sentimento di soddisfazione perché dalla lettera ho capito che abbiamo fatto una cosa bella, una cosa giusta».
Quali sono le frasi che vi colpiscono di più? «A me quando scrive «vi porterò nel cuore sempre». «Io quando dice che è sicura che «quei poveri ragazzi non saranno dimenticati», cioè quei ragazzi che sono morti, i partigiani, tra cui suo marito». «Io quando augura tanto bene a tutti». «Io quando dice che non sa se vedrà ancora Calerno. Secondo me dice così perché è molto vecchia e ha paura di morire o di ammalarsi e di non poter più venire a vedere le commemorazioni che ci saranno nei prossimi anni».
Avete capito perché alla fine si è scusata degli errori? Quali errori? «Gli errori ortografici. Perché ne ha fatto uno o due. Io però… Io però mi sono commosso anche quando ho visto gli errori, maestro. Lo sai perché? Perché lei forse non ha studiato molto. O forse è molto anziana e non si ricorda più bene come si scrive e insomma…». «Anche io mi sono commossa per gli errori perché poi dalla grafia, qui, si vede che lei non scrive da tanto tempo, non scrive benissimo, però ha voluto scriverci ugualmente e a me questa cosa che ha fatto fatica a scriverci ma ha voluto scriverci ugualmente è stata una cosa molto bella, molto importante, perché si vede che voleva proprio farlo, voleva proprio scriverci questa lettera». (Giuseppe Caliceti, il manifesto, 23 aprile 2014)
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