La proposta nasce da Pedalando in Zona 9 attraverso un percorso che ha visto la partecipazioni di associazioni e i
cittadini che hanno contribuito con proposte, suggerimenti, osservazioni [il comunicato].
Lo scopo della proposta è quello di creare un modello di
mobilità alternativo alle 4 ruote anche negli spostamenti quotidiani nei quartieri,
non solo verso il centro della città o i parchi della cintura esterna.
Come? Creando una rete di collegamenti tra i quartieri della
zona 9 e all’interno di essi, integrando le piste ciclabili già esistenti,
creando una struttura portante per la ciclabilità in grado di essere ampliata
in futuro, ma già ora in grado di rendere più sicuri gli spostamenti, minimizzare
il costo dell’investimento.
Il futuro delle nostre città non può più essere basato sull’auto,
ma sulla mobilità "dolce”, ovvero a bicicletta o a piedi.
In piena sintonia con le proposte degli amici di Padalando
in Zona 9 segnaliamo un’intervista a Giulio Bazzaglia, sociologo ed insegnante,
che da molti anni compie ricerche sul “cammino”.
Per definire una città “camminibaile” c’è,
secondo Bazzaglia, una regola semplice: la regola 8-80 dove i numeri indicano l’età.
Siamo tranquilli se un bambino di otto anni o un “giovane” di ottanta
cammina da solo in una determinata strada? E da dove iniziare per una politica
di educazione al cammino? “Adottando politiche culturali ad ampio raggio
a partire dalla scuola”. E poi il ruolo della politica, essenziale. “È
dai politici che ci si aspetta che capiscano quanto sia importante che una
città sia resa alle persone, alla loro corporeità, ai loro bisogni, realizzando
quei provvedimenti necessari affinché possano normalmente uscire di casa e
muoversi a piedi per la città. Che capiscano che non ci sono interessi contrastanti
tra chi guida e chi va a piedi, perché si tratta sempre delle stesse persone
considerate in diversi momenti della giornata. Che investimenti non impossibili
nel senso della camminabilità frutteranno da subito e per sempre benefici
multipli, sostenibilità ambientale e sociale, benessere, cittadinanza”
[il testo completo dell’intervista].
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