11 feb 2012

hand in hand

Le scuole del progetto Hand in Hand fanno parte del “Centro per l’educazione arabo-ebraica” nato nel 1997 per iniziativa di Amin Khalaf, arabo-musulmano, e Lee Gordon, ebreo.
La prima scuola è stata aperta a Gerusalemme, la seconda in Alta Galilea, la terza nel villaggio arabo di Wadi Ara (primo ed unico caso in Israele in cui bambini ebrei si recano a scuola in un villaggio arabo), la quarta nella città di Beersheba.
Nella scuole del progetto Hand in Hand vige l’assoluta parità tra ebrei ed arabi: le classi sono composte per metà da ebrei e per metà da arabi, musulmani e cristiani. La parità è assicurata anche tra maschi e femmine. Il Centro, prevede per ogni ruolo di responsabilità due figure: due direttori centrali, due presidi per ogni scuola, che rimangono fedeli alla loro lingua madre; in questo modo gli alunni imparano contemporaneamente arabo ed ebraico e la lingua diventa una chiave di accesso e di collegamento tra la cultura e la storia dei due popoli. Il caso più evidente è la data del 15 maggio quando gli ebrei festeggiano lo [Yom Atzmaut], il Giorno dell’Indipendenza, che ha segnato nel 1948 la fine della loro diaspora e la nascita dello Stato, mentre i palestinesi ri­cordano [Yawm an-Nakba], il Giorno della Catastrofe: la perdita della casa e della terra. In questo giorno, le scuole di Hand in Hand rimangono aperte per svolgere il ruolo di mediazione e di incontro.
E’ proprio di questi giorni la notizia [leggi] che la scuola ha ricevuto pesanti attacchi da Arutz 7, la potente radio legata al movimento dei coloni, e subito atti vandalici: l’accusa è proprio quella di insegnare agli studenti anche la Nakba.
Informazioni sulla scuola:
-      il sito della Bilingual School for Jervish Arab Education [clicca qui]
-      da wikipedia [clicca qui]
-      da resetdoc.org [clicca qui]

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