Per il terzo anno consecutivo, l'accordo tra l'Ufficio Regionale Scolastico per la Lombardia e il Comando Militare Esercito Lombardia avrebbe permesso ad un migliaio di studenti delle scuole superiori di frequentare un mini-corso con materie come "cultura militare", "armi e tiro" e visite al poligono con l'uso di arco e pistola ad aria compressa [leggi il protocollo d'intesa] e la lettera inviata ai docenti [leggi].
Secondo il progetto, queste attività avrebbero permesso di "avvicinare, in modo innovativo e coinvolgente, il mondo della scuola alla forze armate, alla protezione civile, alla croce rossa e ai gruppi volontari del soccorso".
Per comprendere l'iniziativa vale la pena leggere la Rivista ufficiale dell'Unuci (Unione nazionale ufficiali in congedo d'Italia) che nel primo numero di quest'anno [leggi] illustra nel dettaglio la proposta, evidenziandone proprio gli aspetti più militari (guardate la foto, merita particolare attenzione).
Ma ecco la buona notizia: il corso quest'anno NON si farà.
A seguito delle numerose proteste che si sono levate da ogni parte contro un'iniziativa altamente diseducativa (gli studenti chiamati "cadetti" e le squadre "pattuglie"), il corso è stato sospeso.
Leggete la posizione sulla vicenda il segretario nazionale Nicola Tanzi del sindacato autonomo di polizia (Sap): " Piuttosto che addestrare gli studenti a scenari di guerra, noi preferiamo lavorare per portare nelle scuole la formazione alla legalità . Il progetto rappresenta l`ennesimo segnale sbagliato di una politica che taglia fondi a poliziotti e carabinieri per investire in discutibili e inutili progetti di formazione militare delle giovani generazioni".
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