26 set 2016

i bambini ci parlano: la mamma di gorav (di g. caliceti)

Questa mattina abbiamo iniziato il nostro progetto «Tutte le mamme del mondo» incontrando la mamma di Gorav e la sua amica indiana che ci ha aiutato a tradurre dall’indiano all’italiano. Quali sono state le cose che vi hanno colpito di più?
«I vestiti che indossavano perché erano molto colorati. Arancioni, viola, rosa. Mi è piaciuto soprattutto quando hanno messo il vestito rosa alla nostra compagna Arianna perché asembrava una principessa». «A me è piaciuto il mangiare salato, tutti e due i mangiari salati, invece quello dolce mi è piaciuto meno e dopo l’ho buttato via». «Mi ha colpito quando mi ha detto che sono venuti dall’India in Italia in aereo e ci sono volute otto ore». «Ha detto che sono venuti per lavorare, perché nel loro paese non c’era molto lavoro e poi ci sono molti ladri, molta violenza, infatti rubano tutto». «A me è piaciuto molto quando ha fatto vedere il manifesto della loro religione perché c’era una chiesa molto grande tutta d’oro». «Però in India non si chiama chiesa, si chiama tempio perché è un’altra religione, non è cristiana come la nostra». «La cosa che mi ha colpito di più è stato quando la mamma di Gorav e la sua amica hanno scritto alla lavagna con il gesso il loro nome nella loro scrittura perché non sembrava una scrittura, non sembravano delle lettere, ma dei disegni».
Altre cose vi hanno stupito?
«A me ha stupito quando le ho chiesto perché aveva quel pallino rosso sulla fronte e lei mi ha spiegato che quel pallino se lo mettono le ragazze e le donne sposate, invece quelle sposate non se lo mettono». «Però a me ha stupito che il pallino rosso, il puntino rosso, i papà sposati non se lo mettono». «Io quando ha detto che in famiglia, in casa, comanda un po’ di più il papà invece della mamma, ho pensato che capita così anche a noi in Italia, anche se in Italia non abitiamo in India, non siamo indiani». «Una cosa che mi ha meravigliato molto è il modo di salutarsi. Perché noi ci diamo la mano. Invece loro, in India, gli indiani, loro, i bambini, toccano i piedi alle persone grandi, agli adulti, ai nonni. Ma non per fare solletico, ma per dire che loro, i bambini e i ragazzi, rispettano quelli adulti che sono più grandi di loro». «A me ha meravigliato molto che quando si sposano, in India, fanno una festa che dura sette giorni. E anche la mamma di Gorav ha fatto uno sposalizio da sette giorni perché si è sposata in India. Invece in Italia si fa più in fretta a sposarsi. Poi le feste durano solo un’ora o due. O un giorno. Non durano tanti giorni». «A me ha meravigliato anche quando ha detto che al loro matrimonio erano invitati mille persone, mille ospiti. Io ho pensato: “Chissà quante cose avevano da mangiare!». E poi ho pensato: «Chissà dove hanno fatto la festa, per me fuori, all’aperto, in un campo, perché per me non ci può essere una casa dove dentro ci stanno mille persone a mangiare e a ballare».
Quali differenze avete trovato tra l’Italia e l’India?
«Il mangiare, perché io non avevo mai mangiato quello specie di gnocco fatto con la farina di ceci». «I capelli, che loro non se li tagliano mai. Neppure i maschi». «Per me la religione perché loro sono skin e credono in tanti dei, noi invece in uno solo». «Che per loro la mucca è sacra e non si mangia, come il maiale per Mohamed». «Una differenza che io ho scoperto è che sul nostro libro di geografia abbiamo studiato che ci sono quattro stagioni, ma solo in Italia. Invece là in India la mamma di Gorav ha detto che ci sono solo due stagioni, estate e Inverno, e l’estate dura nove mesi».
(Giuseppe Caliceti, il manifesto, 21/9/2016)

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