Il
Documento programmatico pluriennale (Dpp) per la Difesa per il triennio
2015-2017 che la ministra della Difesa, Roberta Pinotti, ha depositato
nei giorni scorsi in Parlamento sembra non contenere la riduzione dei
fondi per l’acquisto degli aerei da guerra F-35 prevista dalle mozioni [clicca qui]
approvate lo scorso settembre dalla Camera dei Deputati. Anzi, il
numero dei veicoli da acquistare entro il 2020 sembra addirittura
aumentare da 34 a 38. La
mozione 1/00586 presentata dal Partito Democratico ed approvata dalla
Camera il 24 settembre 2014 andava in tutt’altra direzione impegnando il
Governo “[…] a riesaminare l'intero programma F-35 per chiarirne
criticità e costi con l'obiettivo finale di dimezzare il budget
finanziario originariamente previsto […]” [il testo completo della mozione].
A
noi ripugna che possa essere speso un solo centesimo per l’acquisto di
queste terribili macchine da guerra e distruzione. Occorre cancellare la partecipazione italiana al programma
Joint Strike Fighter e sospendere immediatamente qualsiasi attività
contrattuale. Ma il Governo italiano non ne ha alcuna intenzione, né tantomeno sembra intenzionato a rispettare la volontà parlamentare. Sul tema un intervento di Giulio Marcon:
Il
parlamento ha potuto finalmente leggere il Documento programmatico
pluriennale della Difesa dove si scrive che per gli F35 la spesa
prevista è ancora di 10 miliardi e che con queste risorse il programma
sarà completato entro il 2027. Quindi non ci sarà alcun dimezzamento della spesa globale degli F35
(solo qualche briciola di risparmio nel 2015), come invece la Camera
dei Deputati aveva chiesto nel settembre del 2014, con una mozione a
prima firma di Giampiero Scanu (Pd).
Dopo l’approvazione di quella mozione ci hanno detto in questi mesi che avremmo dovuto pazientare e attendere l’uscita del Libro Bianco della Difesa,
cosa avvenuta qualche settimana fa, dove però sugli F35 non c’è nemmeno
una riga. Ci hanno detto poi che avevamo capito male e che avremmo
dovuto leggere il Documento programmatico pluriennale della Difesa, dove
però il programma F35 viene confermato nella sua spesa globale.
La sostanza è semplice: il governo – checché ne dica il Documento programmatico che parla di “rispetto delle mozioni” - ha clamorosamente preso in giro gli italiani, non ha mantenuto gli impegni, ha imbrogliato il parlamento. Vi ricordate quando Renzi criticò gli F35 l’estate scorsa al meeting degli scout di San Rossore? Il premier disse:
“La
più grande arma per costruire la pace non sono gli Eurofighter o gli
F35, ma la scuola. Quando fai delle spese che sono inutili, per il gusto
di buttare via i soldi, ti senti piangere il cuore”.
Il cuore nel frattempo si è indurito. Solo chiacchiere. La ministra Roberta Pinotti è venuta meno alle sue responsabilità verso le Camere:
non ne ha seguito le indicazioni e non ha rispettato gli impegni che la
Camera dei Deputati aveva imposto al governo nella mozione del
settembre scorso.
La
ministra – sempre più in difficoltà con il premier per le sue fughe
interventiste e con i vertici di almeno due Armi (Marina e Aeronautica)
delle Forze Armate – è inadeguata alla sua funzione istituzionale. Per
questo sia Sel che il Movimento 5 Stelle ne hanno chiesto le
dimissioni e nei prossimi giorni raccoglieranno le firme per
formalizzare e depositare la richiesta alla Camera dei deputati.
Anche alcuni deputati e senatori del Pd – non solo della minoranza –
hanno espresso tutto il loro malumore, stigmatizzando la mancata
riduzione degli stanziamenti agli F35. E nei prossimi giorni si faranno
sentire. La noncuranza verso le decisioni del parlamento su un tema così
sentito come quello degli F35 fanno della ministra una persona inadatta
a rivestire una funzione istituzionale così delicata. Per questo è meglio che si dimetta prima del voto parlamentare.
(Giulio Marcon, comune-info.net, 26 maggio 2015)
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