Chi comanda a scuola?
«I maestri e le maestre». «No, la preside». «Il sindaco». «Le
bidelle». «Il Capo della Repubblica». «A scuola non c’è un capo,
comandano tutti, maschi e femmine, maestri e bidelle. Insomma, tutti
tranne i bambini. I grandi decidono e noi bambini dobbiamo
ubbidire».
A volte non decidete anche voi bambini?
«Sì, ma poco».
Quando?
«Per esempio per i giochi da fare». «O gli incarichi scolastici
tipo chi sono i bibliotecari della bibliotechina di classe o chi
deve raccogliere e distribuire i quaderni, il libro di lettura o il
sussidiario». «O quando ci sono da fare altre scelte: come se andare
in cortile alla ricreazione o no».
Come decidete?
«Per scegliere noi bambini facciamo le votazioni, per esempio
alzando la mano. La scelta che ha più voti, la devono seguire tutti.
Anche i bambini che avevano fatto un’altra scelta». «Per decidere
insieme bisogna saper contare bene. Perchè se noi diciamo che
facciamo la votazione per sapere se giochiamo a Nascondino o a
Strega comanda colore, se alziamo la mano e poi nessuno sapesse
contare, come faremmo a sapere il gioco da fare?». «Per sapere chi fa
il capogruppo si fanno le votazioni e fa il capogruppo chi ha più
voti. Se due bambini hanno gli stessi voti, si può fare pari o dispari
e vedere a chi tocca».
Quando decidete tra voi, delle volte avete dei problemi?
«No». «Sì». Sì, molti». «Sì, moltissimi».
Mi dite quali sono? E come li risolvete?
«Non li risolviamo». «Una cosa che io non sopporto è quando si vota
e vincono quelli che decidono di fare una partita a calcio seduto
e dopo quei bambini e quelle bambine che invece avevano votato per
fare una partita a pallavolo o a pallacanestro, loro non vogliono
più giocare a calcio seduto perchè hanno perso e dopo non si sa più
a cosa giocare. A me fanno rabbia. Perchè dopo si arrabbia anche la
maestra e decide lei per noi bambini perchè noi non siamo stati
capaci di metterci d’accordo un po’ in fretta». «Se noi non riusciamo
a decidere in fretta va sempre a finire che la maestra o il maestro
decidono per noi. Per me non è giusto». «Per me sì, perché
altrimentio passiamo tutto il tempo a decidere a che gioco giocare
e intanto il tempo passa, la ricreazione finisce e va a finire che non
abbiamo giocato a nessun gioco perché abbiamo perso tutto il tempo
a decidere». «Anche per me è giusto, perché così sceglie il maestro
e fa prima a scegliere e dopo possiamo giocare». «Per me non
è giusto perché se potevamo scgliere noi, allora scegliamo noi».
«Sì, lo so, ma se noi non riuscioamo a decidere come si fa? Non
giochiamo a niente?»
Ma per voi è giusto scegliere quello che decide la maggioranza?
«Delle volte sì, delle volte no: quando la maggioranza decide come
me, allora mi sta bene; quando invece non decide come me, allora non mi
sta bene». «Ma se tu pensi così, allora è inutile che facciamo le
votazioni». «Anche per me ti sbagli, perché se facciamo tutti così
non decidiamo mai niente». «Per me è giusto scegliere come decide la
maggioranza».
«Anche per me». «Anche per me, perché poi le votazioni sono fatte
così, altrimenti non si vota neanche e ognuno gioca per suo conto».
«Per me è giusto scegliere quello che decide la maggioranza dei
bambini, però delle volte mi piacerebbe che si scegliesse anche
quello che decidono quelli che sono in meno: così, secondo me, sarebbe
ancora più giusto perché non ci rimane male nessuno».
(Giuseppe Caliceti, il manifesto, 19 marzo 2014)
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