Lo scorso mese di luglio il settimanale Ravenna&Dintorni aveva segnalato il caso di due studentesse di una scuola superiore, una lesbica e una transessuale, che hanno denunciato due distinti episodi di omofobia e transfobia compiuti da due diverse docenti.
Una delle due insegnanti, di religione, una volta venuta a conoscenza che una studentessa era lesbica, ha parlato in classe dell’omosessualità come di una malattia. La ragazza ha lasciato la scuola con qualche mese di anticipo.
L’insegnante, contattata dal settimanale, ha ammesso di aver parlato dell’omosessualità come “derivante da disturbi relazionali e di psiche” e di avere citato il libro di Luca Di Tolve, l’omosessuale “guarito” di cui parla la canzone di Povia “Luca era gay”.
A seguito della pubblicazione degli articoli, l’Ufficio Regionale Scolastico aveva avviato, in piena estate, un’ispezione per chiarire i contorni della vicenda. La decisione è stata resa nota nei giorni scorsi: la lezione tenuta dall’insegnante di religione è stata definita «un errore educativo» mentre il suo “stile” è stato giudicato «imprudente».
Una constatazione che comporta un richiamo disciplinare e che soprattutto crea un precedente nel mondo scolastico italiano. Una decisione per nulla scontata.
Soddisfazione per il richiamo disciplinare è stata espressa dall’Arcigay, che aveva stigmatizzato in particolare la frase usata dall’insegnante per difendersi: «Per non essere discriminati credo ci si debba omologare».
(da Ravenna&Dintorni del 17 nov 2011 [leggi])
Una delle due insegnanti, di religione, una volta venuta a conoscenza che una studentessa era lesbica, ha parlato in classe dell’omosessualità come di una malattia. La ragazza ha lasciato la scuola con qualche mese di anticipo.
L’insegnante, contattata dal settimanale, ha ammesso di aver parlato dell’omosessualità come “derivante da disturbi relazionali e di psiche” e di avere citato il libro di Luca Di Tolve, l’omosessuale “guarito” di cui parla la canzone di Povia “Luca era gay”.
A seguito della pubblicazione degli articoli, l’Ufficio Regionale Scolastico aveva avviato, in piena estate, un’ispezione per chiarire i contorni della vicenda. La decisione è stata resa nota nei giorni scorsi: la lezione tenuta dall’insegnante di religione è stata definita «un errore educativo» mentre il suo “stile” è stato giudicato «imprudente».
Una constatazione che comporta un richiamo disciplinare e che soprattutto crea un precedente nel mondo scolastico italiano. Una decisione per nulla scontata.
Soddisfazione per il richiamo disciplinare è stata espressa dall’Arcigay, che aveva stigmatizzato in particolare la frase usata dall’insegnante per difendersi: «Per non essere discriminati credo ci si debba omologare».
(da Ravenna&Dintorni del 17 nov 2011 [leggi])
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