19 ott 2011

sfatato qualche pregiudizio sugli immigrati causa di tutti i mali, anche a scuola

Lo scorso 29 settembre è stato pubblicato il III Rapporto dell’Osservatorio nazionale sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca realizzato da IPSOS per conto della Fondazione Intercultura e di Fondazione Telecom Italia.
L'Osservatorio Nazionale è stato creato nel 2009 dalla Fondazione Intercultura Onlus ed è stato attivato in collaborazione con la Direzione Generale per gli Affari Internazionali del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e l’Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola. L'obiettivo finale dell'Osservatorio è di comprendere come attuare l'internazionalizzazione delle scuole italiane e come tradurre la presenza di studenti stranieri in Italia in un approccio più proficuo delle nostre scuole verso la nuova realtà cosmopolita.
L’indagine è stata effettuata con 402 presidi di un campione di scuole rappresentativo del panorama scolastico italiano e 892 docenti in collaborazione con gli Uffici Scolastici Regionali di Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Molise e Toscana.
Tra le varie domande poste nel corso dell’indagine, segnaliamo quelle relative agli studenti immigrati (le differenze tra le risposte dei presidi e quelle dei docenti derivano dal fatto che i primi hanno risposto in base all'esperienza della scuola, i secondi in base alla loro esperienza personale).
Secondo gli intervistati:
- l’integrazione degli studenti immigrati risulta facile o molto facile (74% dei presidi, 80% dei docenti)
- il livello di conoscenza della lingua italiana della maggior parte degli studenti immigrati è fluente (62% dei presidi, 60% dei docenti)
- i ragazzi sono stati inseriti in classi della loro età o inferiore e hanno ricevuto un sostegno linguistico ad hoc (72% dei presidi)
- la maggior parte degli studenti hanno usufruito di un tutor durante la fase del loro inserimento a scuola, generalmente un’insegnante (59% dei presidi)
- la presenza di studenti stranieri non influenza i programmi di studio, i programmi vengono cioè seguiti e portati a termine come previsto nella maggior parte dei casi senza rallentamenti (73% dei presidi, 83% dei docenti)
- nella maggior parte dei casi è stato fatto un bilancio delle competenze in ingresso dei ragazzi (72% dei presidi, 53% dei docenti)
- nella maggior parte dei casi la scuola non organizza dei corsi per il mantenimento della lingua d'origine (96% dei presidi).
L’indagine sembra sfatare diversi luoghi comuni che riguardano gli studenti stranieri, in particolare che la loro presenza rallenti o sia di ostacolo all’insegnamento. 
Un estratto della ricerca: [clicca qui].

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