19 set 2011

quando l'integrazione passa dai banchi di scuola

La possibilità di costruirsi un futuro diverso passa dai banchi di scuola. Non hanno dubbi a Lambrate le maestre e i genitori che tre anni fa si sono rimboccati le maniche per garantire ai bambini dell’ex campo nomadi di via Rubattino l’opportunità, sgombero dopo sgombero, di continuare a seguire le lezioni. Un percorso che anche quest’anno coinvolgerà 15 studenti rom tra i 6 e i 17 anni, iscritti alle scuole di via Pini, via Cima e via Feltre, che usufruiscono di una borsa di studio da 100-200 euro al mese vincolata all’impegno delle famiglie a garantire frequenza e partecipazione alla vita scolastica. A mettere a disposizione i fondi, maestre, privati cittadini e in molti casi i genitori dei compagni di scuola italiani.
«È  un percorso che nasce da lontano e che sta dando i suoi frutti», spiega Elisa Giunipero della Comunità di Sant’Egidio che, insieme alle parrocchie della zona, fa da mediatore al progetto.«Il 19 novembre del 2009 c’è stato il grande sgombero di via Rubattino. Intorno a quell’episodio è nato qualcosa di nuovo e di diverso a favore delle famiglie rom: per la prima volta i cittadini invece che protestare si sono mobilitati in loro favore», racconta. Un anno prima per una quarantina di bambini del campo era iniziato, con successo, il percorso di inserimento scolastico. «Dopo lo sgombero del 2009 tutto quello che, tra grandi difficoltà, era stato costruito e intorno al quale erano nati dei rapporti di affetto e amicizia rischiava di andare perduto. Per questo – prosegue Giunipero - ci siamo mobilitati perché ai bambini fosse garantita la continuità scolastica e potessero poi da grandi intraprendere percorsi di inserimento professionale. Abbiamo raccolto la sfida perché queste famiglie potessero inserirsi e il primo passo non può essere che l’istruzione e la possibilità di andare a scuola».
Il progetto sta funzionando. Nonostante gli sgomberi che si sono succeduti dopo quello del 2009 e il trasferimento delle famiglie di via Rubattino da una parte all’altra della città, 15 bambini continuano ad andare a scuola regolarmente, anche grazie alla solidarietà dei compagni di classe. «I patti da parte delle famiglie rom sono stati mantenuti. Le borse di studio vengono usate per comprare quaderni e zaini o per fare l’abbonamento dell’Atm. Il problema – dice Giunipero lanciando un appello - rimangono i fondi, che non sempre è facile reperire». Chiunque volesse informazioni può scrivere all’indirizzo mail: santegidio.rubattino@gmail.com. 
Silvia De Bernardin (da www.milano.cinquegiorni.it del 17 settembre 2011) [link alla pagina del giornale]


 



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