L’ultimo [rapporto] dell'Ocse - Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico - sull’educazione, pubblicato il 13 settembre 2011, fornisce una fotografia impietosa dello stato della nostra scuola pubblica. Rispetto agli altri paesi europei, siamo tra gli ultimi come che investimenti nell’istruzione.
Occorre peraltro tenere presente che i dati Ocse sono relativi al 2008-2009, precedenti cioè al taglio di 8 miliardi di euro e centomila docenti.
Il rapporto OCSE [testo completo in inglese] [nota in italiano sull’Italia] descrive in modo inequivocabile che [fonte FLC-CGIL]:
- in Italia si investe per scuola e università solo il 4,8% del PIL contro il 6,1% della media dei paesi OCSE: -1,3% (n.b.: un punto di PIL vale circa 10 miliardi di euro);
- la scuola italiana si colloca al 29° posto su 34 paesi;
- nella scuola primaria e secondaria si investe il 3,3% contro il 3,8% della media OCSE;
- tra il 2000 e il 2008 in Italia la spesa sostenuta dagli istituti d'istruzione per studente nei cicli di livello primario, secondario e post-secondario non universitario è aumentata solo del 6% (rispetto alla media OCSE del 34%);
- la spesa per studente universitario è aumentata di 8 punti percentuali, mentre la media OCSE è di 14 punti;
- gli stipendi degli insegnanti in Italia, tra il 2000 e il 2009, sono leggermente diminuiti (-1%), a fronte di una crescita media del 7%, in termini reali, nei Paesi dell'OCSE;
- gli stipendi degli insegnanti in Italia sono circa il 40% inferiori agli stipendi di altri lavoratori con livello d'istruzione comparabile;
- gli insegnanti delle scuole secondarie inferiori raggiungono in media, nei Paesi OCSE, il livello più alto della loro fascia retributiva dopo 24 anni di servizio. In Italia ciò avviene dopo 35 anni;
- la spesa per studente di livello secondario superiore e terziario è leggermente aumentata: tra il 2000 e il 2008 in Italia la spesa sostenuta dagli istituti d'istruzione per studente nei cicli di livello primario, secondario e post-secondario non universitario è aumentata solo del 6% (rispetto alla media OCSE del 34%);
- negativo anche il computo sui giovani italiani in possesso di un diploma d'istruzione secondaria: il loro numero non è mai stato così elevato, circa il 70,3% dei giovani tra i 25 e i 34 anni (con la fascia tra i 55 e i 64 anni oltre 30 punti indietro), ma la percentuale è di gran lunga inferiore alla media OCSE per la stessa fascia d'età (81,5%);
- male, inoltre, il resoconto sulle lauree conseguite in Italia: il 20,2% dei giovani tra i 25 e i 34 anni raggiunge il livello d'istruzione massimo, rispetto alla media OCSE del 37,1% relativa alla stessa fascia d'età (34° posto su 37 Paesi).
Sul rapporto dell’OCSE un commento di Guglielmo Forges Davanzati, Professore associato di Storia del pensiero economico, Università del Salento, Facoltà di Scienze Sociali, Politiche e del Territorio: [leggi] (dal sito www.sbilanciamoci.it).
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