28 gen 2010

risorse per la scuola pubblica, non pubblicità per expo

In questi giorni circa 180 mila bambini delle scuole primarie di Milano e provincia riceveranno un libretto su "Expo 2010". Si tratta di una sorta di mini-guida l’esposizione di padiglioni di varie nazioni della durata di circa sei mesi attorno al tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. La presentazione dell’iniziativa editoriale è stata fatta il 17 dicembre a Palazzo Reale, direttamente da Lucio Stanca, amministratore delegato di Expo2015 Spa.

Accompagnati dal fumetto "Vitruvietto", i bambini dovrebbero, secondo l'intenzione degli ideatori, imparare a conoscere l'esposizione che si terrà a Milano tra il 1° maggio e il 31 ottobre del 2015
. Inoltre, assieme a giochini e filastrocche, l'opuscolo spiega ai giovani l'importanza di una buona alimentazione, del diritto alla nutrizione, del rispetto dell'ambiente.

Il libretto, di forma circolare (ca 20 x 20 cm), è edito da "Piccola Casa Editrice" con il "concreto sostegno di BMW e Nestlé" e "con il patrocinio dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, Dott.Giuseppe Colosio, direttore generale".

Sull'iniziativa riportiamo il
comunicato stampa a cura del Comitato "No Expo"

In questi giorni, nelle scuole dell’obbligo milanesi, è in distribuzione un libercolo su Expo 2015 dedicato alle famiglie. Confezionato da Expo S.p.A., con tanto di personaggio simbolo, il Vitruvietto e annessa lettera di Stanca, contiene una vergognosa apologia sulla bontà dei promotori di Expo nel voler affrontare e risolvere i problemi alimentari del pianeta. Il tutto con un taglio fiabesco, pieno di buoni propositi, con una visione finta della città, ovviamente per accattivarsi simpatia, interesse e positività all’evento Expo da parte dei piccoli lettori.
Il fallimento e le bugie dell’operazione Expo richiedono nuovi tifosi per salvare dal flop totale l’evento. I signori di Expo non rinunciano alle peggiori regole del marketing pubblicitario per recuperare terreno: comprati i bambini, plagiali con messaggi accattivanti e comprerai il consenso delle famiglie. Questo è il senso del Vitruvietto e delle altre amenità di quest’operazione. Ma questo è solo l’aspetto morale.
Poi ci sono i paradossi. Expo, e le infrastrutture ritenute indispensabili per il suo svolgimento, sono finanziate con i famosi soldi della legge 133, quella che sta mettendo al collasso la scuola pubblica; Expo S.p.A. vive, ed e indebitata, grazie a soldi pubblici. Allora sarebbe meglio che questi signori, se hanno a cuore il futuro dei nostri figli, rinunciassero al grande evento e che i soldi pubblici fossero usati per garantire ovunque una scuola pubblica di qualità, in grado di funzionare, in stabili e con strutture e materiali didattici efficienti.
Vitruvietto si dimentica poi che tra i pregi di Milano e della Lombardia c’è quello di destinare più dell’80% delle risorse per la scuola agli istituti privati grazie al buono scuola e quello di chiudere le scuole civiche, negando il diritto allo studio a molte persone. Soprattutto questa città, che con Expo vorrebbe porsi a ombelico del mondo, esprime il meglio di sé nello sgomberare bimbi rom dai campi, negando loro i diritti più elementari, o nel manifestare nei modi più disparati un razzismo sempre più palese.
(...)
Alle famiglie, al personale docente e non delle scuola, un invito: rispediamo al mittente la pubblicazione, magari facendo un bel cumulo di scatoloni davanti a Palazzo Reale. Per la scuola pubblica vogliamo risorse non depliant pubblicitari e per i nostri figli una città diversa, solidale, sana, a impatto zero, non la città vetrina pensata per Expo ma degna solo di esistere in un cartone animato.

Comitato No Expo – 26 gennaio 2010

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