Oggi cerchiamo di capire perché alcuni bambini e bambine della
nostra classe, che quando vogliono sono molto attenti e molto bravi,
a volte però sono monelli. Intanto spiegatemi quando un bambino o una
bambina sono monelli.
«Per me un bambino monello fa dei pasticci». «Non ubbidisce ai
suoi genitori». «Litiga sempre». «E’ un bambino che fa delle cose
brutte, non belle». «Un monello è un maschio che dà le botte ai suoi
amici e alle sue amiche». «Chi picchia gli altri è molto monello».
«Anche chi prende in giro». «Chi ruba le cose». «Chi urla».
«Chi spinge quando siamo in fila». «Un bambino che mi fa cadere
è molto monello». «Un bambino che fa le linguacce». «Un bambino che
dà i calci».
E di bambine monelle non ce ne sono? Cosa fanno?
«Ce ne sono meno, sono più i maschi». «Ci sono. Danno
i pizzicotti». «Vogliono sempre comandare». «Tirano i capelli». «Non
giocano». «Fanno delle smorfie». «Una bambina monella è molto
dispettosa». «Vuole essere la più bella». «Si dà delle arie».
Parliamo della scuola. Cosa fanno i bambini monelli a scuola?
«Non ubbidiscono ai maestri». «Non ascoltano la maestra». «Danno
degli spintoni e fanno delle scivolate. Corrono nel corridoio
anche se non si può». «Sono violenti». «Gli scolari monelli non stanno
attenti e fanno dei pocci sui quaderni». «I monelli vogliono
sputare». «Picchiano». «Le bambine monelle sono come i maschi
monelli, solo che sono femmine». «Non hanno voglia di studiare e non
fanno mai i compiti, non li vogliono mai fare, né a scuola né a casa».
«Sono stupidi». «I monelli sono come dei ladri che ti rubano la
matita». «Sono cattivi». «Perché non rispetta le regole: per esempio
a mensa bisogna parlare sottovoce e lui invece urla».
Ma perché un bambino che può non essere monello, invece è monello?
«Perché è divertente». «Perché lui si crede il più bello. Se fa il
monello tutti lo guardano. Lui vuole che tutti lo guardano e ridono».
«Fa il monello per essere il più bello». «Perché lui a fare il monello
si crede il più intelligente e anche il più forte». «Perché fa
ridere». «Perché se fa il monello si diverte». «Perché gli piace non
fare uguale agli altri». «Perché lui vuole fare sempre di testa sua».
«Per essere sempre al centro dell’attenzione». «Perché gli piace
e non gli importa delle punizioni». «Per sentirsi grande». «Per essere
come un grande». «Perché non rispetta le regole».
E se nessuno ridesse più quando lui fa le stupidate, secondo voi continuerebbe a farle?
«Sì, perché lui non riesce a rispettare tutto». «No. Perché non
fa ridere nessuno». «Se tu non lo punisci, maestro, lui continua
a farlo». «Lui se nessuno ride si stupisce. Non capisce più cosa
deve fare. Per me si ferma. Per me sta zitto». «Per me se noi non
ridiamo più, lui smette di fare lo stupidino perché capisce che
a noi non fa più ridere, allora lui ci voleva fare ridere. Se noi non
ridiamo, lui si dispiace». «Lui smette perché non gli piace che
nessuno ride». «Se lui è monello, lui dopo piange». «Io non lo so se
lui continua. Se è molto monello, però, per me continua a farlo».
«Se non fai una punizione grandissima, lui fa quello che vuole, per
me, lui non smette».
Avete delle punizioni da suggerirmi?
«Non guardare la tv per tre giorni». «Non fare la ricreazione».
«Non mangiare a mensa». «Oppure mangiare da solo». «Non giocare con
gli altri». «Scrivere tante volte: io devo essere bravo. Io non devo
urlare. Io non devo fare male agli altri». «Puoi metterlo dietro la
lavagna o dietro la porta dell’aula». «Sì, lo mandi via». «Una
punizione è dargli una nota». «Puoi arrabbiarti molto, urlargli».
«Gli dai tanti compiti». «Per me puoi dirgli che se non smette, dopo
lo dici a sua mamma e suo papà». «Puoi… Puoi dire che dopo lui non viene
in palestra o se viene, lui non gioca con noi perché è troppo monello
e fa male agli altri bambini e alle altre bambine della classe».
(Giuseppe Caliceti,
il manifesto,
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