Nella
notte tra il 16 e il 17 novembre scorso è stata bruciata una lavagna al
liceo psico-pedagogico "Danilo Dolci" di Palermo. L’atto vandalico è
avvenuto propria alla vigilia dell'intitolazione dell'aula magna a
Peppino Impastato, avvenuta alla presenza del fratello del militante
ucciso dalla mafia, Giovanni Impastato, e del dirigente scolastico
Domenico Di Fatta. E’ intervenuto anche il vice presidente della
Commissione regionale Antimafia Fabrizio Ferrandelli, da cui è partito
un invito ai ragazzi: "In tutte le lavagne delle scuole siciliane
scriviamo 'la mafia è una montagna di merda'. Rispondiamo così ai
vigliacchi che stanotte hanno bruciato la lavagna della 1F. Usiamo le
stesse parole di Peppino Impastato, quel siciliano coraggioso a cui oggi
voi intitolate la vostra aula magna". Dalle scuole siciliane, "troppo
spesso al centro di atti vandalici e intimidazioni mafiose, deve partire
un messaggio chiaro alla politica: non si possono lasciare soli i
dirigenti, gli insegnanti e tutto il personale non docente e si deve
investire di più nell'edilizia scolastica e nella sicurezza".
E gli studenti palermitani hanno risposto. Con gessetti bianchi e lavagne hanno espresso la loro indignazione. Dopo l'episodio, messaggi sui telefonini e sui social network hanno creato una rete tra decine di ragazzi che hanno deciso di reagire all'episodio scattando fotografie alle lavagne delle proprie aule. Su queste hanno inciso proprio una frase di Impastato: “La mafia è una montagna di merda”.
"Siamo rimasti increduli. Per noi era impensabile che certe cose potessero accadere in una scuola, luogo fondamentale e centrale per il nostro percorso didattico e umano – commenta Alessandro Di Liberto della Rete degli Studenti Medi, promotrice della campagna fotografica “La mafia è una montagna di merda” nei licei ed istituti della città. - La scuola dovrebbe essere sempre un luogo di legalità, di rispetto delle leggi e di buona cittadinanza. La nostra associazione ha quindi deciso di fare propria l'idea lanciata dal vice presidente della Commissione regionale Antimafia, Fabrizio Ferrandelli. Abbiamo proposto alla nostra Rete di aderire e gli studenti hanno iniziato a mandare le loro foto. Ciò dimostra che la cultura dell'antimafia è ancora presente e viva nella nostra città.”
Hanno sostenuto l'iniziativa il liceo scientifico Cannizzaro e Einstein, l'Istituto magistrale Finocchiaro Aprile, l'I.T.I.S. Vittorio Emanuele III, l'istituto magistrale Regina Margherita e il liceo classico Umberto I.
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