17 feb 2016

#Freeducation, la campagna per l'istruzione e la cultura gratuite e di qualità

#Freeducation è la campagna per l'istruzione e la cultura gratuite e di qualità. L’ obiettivo è quello di gettare luce sull'emergenza che ormai da tempo è in corso nel nostro Paese: negli ultimi 15 anni 2,8 milioni di studenti non hanno terminato le scuole superiori; dal 2003/04 al 2014/15 abbiamo perso per strada 463mila immatricolati all'università: sono solo alcuni dei numeri che dimostrano come ormai in Italia studiare sia un lusso, più che un diritto.

L'istruzione e la cultura inaccessibili sono un costo sociale che paghiamo ogni giorno con più disuguaglianze, l'espandersi delle mafie, un modello di sviluppo arretrato e senza innovazione. In questi decenni il nostro Paese ha negato il diritto allo studio a milioni di persone, perdendo allo stesso tempo una straordinaria opportunità di sviluppo socialmente ed ecologicamente sostenibile. È il momento di cambiare rotta e con la campagna Freeducation chiediamo che quelli per formarsi siano considerati investimenti sociali e non costi individuali, e che quindi a pagarli sia la fiscalità generale.

Si tratta di un obiettivo concreto e raggiungibile, non di una provocazione o un'utopia. Abbiamo già perso troppo terreno nel confronto di altri Paesi europei e non solo, per questo abbiamo elaborato le seguenti cinque proposte al Governo:

  1. assoggettare le rendite finanziarie all'IRPEF per recuperare 2,4 mld di euro, sufficienti per abolire la tassazione universitaria e coprire le spese di trasporto degli studenti universitari;
  2.  dirottare metà della spesa prevista per gli armamenti nei prossimi tre anni (7,5 mld di euro) su istruzione e cultura;
  3. utilizzare i più di 600 mln di euro che lo Stato destina, tra finanziamenti diretti e sgravi fiscali, alle scuole private, per progetti di contrasto all'abbandono scolastico;
  4. destinare i finanziamenti del “Bonus Cultura” ai neodiciottenni – 290 mln di euro – all'accesso gratuito al patrimonio museale e archeologico (per quello statale basterebbero poco più di 150 mln di euro);
  5. rivedere la normativa sul diritto d’autore e riconoscere agli autori di opere scientifiche un diritto di ripubblicazione, sottraendo così i ricercatori dal ricatto della lobby dell'editoria scientifica e permettendo di contrastare efficacemente il caro libri.

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