29 lug 2014

la nota pastorale della commissione episcopale sulla scuola cattolica: vogliamo più denaro dallo stato

La Commissione Episcopale per l'educazione cattolica, la scuola e l'università ha diffuso lo scorso 11 luglio 2014 la nota pastorale dal titolo La scuola cattolica risorsa educativa della Chiesa locale per la società [clicca qui].
La Commissione, trent'anni dopo il documento "La scuola cattolica, oggi, in Italia" (1983) [clicca qui], torna sul tema per "aggiornare lo sguardo della comunità ecclesiale sulla presenza della scuola cattolica" in Italia. 
Nel frattempo è cambiato, tra l'altro, il quadro normativo di riferimento, soprattutto con l'approvazione della legge sulla parità scolastica n. 62 del 2000 [clicca qui], Luigi Berlinguer Ministro della Pubblica Istruzione nel governo a guida Massimo D'Alema, con la quale è stata superata la distinzione tra sistema scolastico statale e non statale (quest'ultimo, ex art. 33/comma 2 della Costituzione, dovrebbe essere autosufficiente) e prevede un unico sistema nazionale di istruzione “costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali”.
Ma se per la Commissione Episcopale la legge sulla parità "è stata senz'altro una conquista e l'attuazione di un dettato costituzionale" (sic!), "ancora incompiuto rimane il cammino verso una parità effettiva che dia reale efficacia alla libertà di scelta educativa delle famiglie".
Come dunque dare finalmente piena attuazione alla "parità effettiva"? Sicuramente con la "ferma richiesta di un finanziamento adeguato delle scuole paritarie". Ecco quanto riportato dal documento al paragrafo "c) Una domanda di giustizia":

20. La libertà di educazione, per quanto solennemente riconosciuta ed enunciata, incontra ancora nel suo concreto esercizio una gran quantità di ostacoli che in vario modo ne rende pressoché astratta l’affermazione. Se infatti da un lato alle scuole paritarie è richiesto, in quanto tali, di ottemperare a condizioni che sono, anche sul piano economico, fortemente onerose, dall’altro lato si deve ammettere onestamente che, fino a tanto che la legislazione italiana sulla parità non avrà ottenuto il suo completamento anche sul piano del suo finanziamento, a una parità nominale affermata non corrisponderà mai una parità nei fatti.
Com’è noto in effetti alle scuole paritarie non vengono accordate in generale «le sovvenzioni pubbliche necessarie allo svolgimento dei loro compiti e all’adempimento dei loro obblighi in condizioni uguali a quelle di cui beneficiano gli istituti pubblici corrispondenti». È questa la ragione principale per cui il numero delle scuole cattoliche, che nonostante tutto si sforzano per quanto possibile di mantenere fede all’impegno di non escludere gli alunni più poveri, va progressivamente riducendosi. Per molti genitori il progetto di una educazione scolastica libera e coerente con i valori vissuti e testimoniati in famiglia rimane pertanto un’aspirazione irrealizzabile e le scuole cattoliche, che spesso sono nate per venire incontro ai bisogni educativi delle persone più deboli e degli strati più umili della società, finiscono per rimanere lontane dalle loro possibilità e aspirazioni.
È per questo che facciamo nostra ancora una volta la domanda di giustizia che sale da chi non è in grado di frequentare la scuola cattolica.

Documenti:
  • Il testo della Nota Pastorale "La scuola cattolica risorsa educativa della chiesa locale per la società" (11 luglio 2014) [clicca qui]
  • Conferenza Episcopale Italiana - Commissione Episcopale per l'educazione cattolica, La scuola cattolica, oggi, in Italia - 25 agosto 1983 [clicca qui] 
  • Legge 10 Marzo 2000, n. 62 "Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all'istruzione" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 67 del 21 marzo 2000  [clicca qui]

1 commento:

Mela ha detto...

Usino i soldi dell 8*1000