Al premier Renzi piace fare l’americano. Anzi, piace fare il furbo.
Alla fine, quello in carica appare proprio il governo dei furbetti del
quartierino. Lo testimonia in modo inequivocabile la questione
precari della scuola. Renzi, affetto da annuncite acuta, annuncia in
pompa magna l’assunzione di 150 mila precari come fatto storico. In
realtà, ciò avviene non perché li si volesse veramente assumere, ma
per non incorrere in sanzioni europee. Che però sono arrivate
ugualmente.
In questi giorni. L’Europa ha infatti condannato l’Italia sulla
questione dei precari storici della scuola. Secondo l’avvocato della
Corte di Giustizia Europea devono essere assunti in ruolo altrimenti
l’Italia potrebbe incorrere in una sanzione pesante. Solo che non
sono soltanto 150mila. La colpa è innanzitutto delle scelte dei
governi passati, di chi ha creato un così grosso numero di precari, ma
ancor di più di chi li ha lasciati senza lavoro dopo anni e anni di
servizio a tempo determinato.
Tale sanzione, è bene ricordarlo, potrebbe ripercuotersi sulle
tasche degli italiani. Tutti. Perchè alla mancata assunzione con cui
si incorre alla violazione di una direttiva europea del 2001 non
è stato posto rimedio. Lo Stato italiano sarà multato per non aver
applicato la sentenza e non aver proceduto all’immissione in ruolo
dei precari abilitati con 3 anni di servizio svolto, se nel
frattempo non correrà ai ripari. I precedenti governi hanno
driblato la normativa europea togliendo molti posti di lavoro
eliminando moduli, col decentramento e con la riduzione degli
organici e tutt’oggi ancora nulla è stato deciso. Il parere a riguardo
dell’avvocato della Corte di Giustizia europea è chiaro a favore dei
precari. Maciej Szpunar ha ribadito che la reiterazione dei
contratti a tempo determinato che non danno certezza e che mantiene
precari a vita è una violazione di norme comunitarie europee,
che tra l’altro sono state accolte nel nostro paese dal lontano 2001.
I precari vanno assunti, rimane solo da aspettare la sentenza
definitiva di autunno e poi si dovrà aspettare la decisione dei
giudici italiani, che però non potranno scavalcare la sentenza
europea. Lo Stato italiano deve ottemperare alle richieste europee
altrimenti incorrerebbe in sanzioni fino a 4 miliardi di euro, più
di quanto costerebbe assumerli. E i contribuenti dovrebbero pagare
di loro tasca l’ammanco per coprire questo debito ulteriore delle
casse statali.
La decisione europea, assai probabilmente, aprirà la strada ad
altre richieste di giustizia provenienti da altri precari oltre
a quelli del mono della scuola. Più trascorrono le settimane e più
ci si rende conto che la riforma della scuola targata Renzi, la famosa
Buona Scuola, è solo un grande bluff. Anche la grande operazione di
consultazione via web degli italiani sulla scuola, di cui sono stati
recentemente dichiarati i risultati dal governo, non ha la benchè
minima affidabilità: chi ha lanciato la consultazione
è esattamente chi, a suo piacimento, senza per altro permetterne l’accesso e l’onestà.
(Giuseppe Caliceti, il manifesto, 30 novembre 2014)
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